La breve seconda vita di Bree Tanner, Stephenie Meyer

Mi chiedevo quanto mi ci sarebbe voluto per tornare ad avere sete. Normalmente, un paio d’ore dopo aver mangiato il dolore ricominciava a farsi sentire, e diveniva sempre più forte finchè, di lì a un paio di giorni, era impossibile ignorarlo anche per un secondo. La quantità eccessiva di sangue che avevo appena bevuto avrebbe ritardato il ripresentarsi dell’arsura? Lo avrei scoperto presto.

La recensione di La breve seconda vita di Bree Tanner di Stephenie Meyer

Bree si sveglia ed è una vampira e inizia la sua nuova vita cercando di orientarsi in un mondo sconosciuto. Purtroppo per lei si affiderà ai vampiri sbagliati.

Chi ha letto la saga della Meyer ricorderà il personaggio di Bree, giovane ragazza trasformata da Victoria in una succhia sangue per far parte dell’esercito che deve sgominare la famiglia Cullen, e forse per curiosità, forse per amore verso i vampiri alla moda e supercool verrà tentato di comprare questo romanzo breve. Ma potrebbe rimanere deluso.
Il libro non è bello e non aggiunge nulla alla storia che chi ha letto gli altri libri conosce già. Scritto in modo a dir poco elementare, ci si chiede perché la scrittrice si sia sentita in dovere di narrare, come recita il sottotitolo, questo episodio di Eclipse.

Insomma a che scopo riprendere il personaggio della povera e disgraziata Bree se poi alla fine non si aggiunge nulla a ciò che già si sapeva? Chi si aspettava di scoprire qualcosa di più sullo scontro Victoria- Cullen rimane deluso; i personaggi, tutti, sono tracciati sommariamente, anzi se qualcuno leggesse questo libro senza aver prima letto la saga di Twilight probabilmente non ci capirebbe nulla.

Un libro che si lascia leggere ma di cui non si sentiva, forse, il bisogno.
Buona lettura.
La breve seconda vita di Bree Tanner
Stephenie Meyer
Fazi Ed., 2010, p. 215, €. 16,00

SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

3 COMMENTS

  1. Posso anche essere pienamente d’accordo con la recensione.
    Ma per amor di cronaca, ricordo che il racconto è stato liberamente scaricabile in lingua originale per un breve periodo di tempo, e parte del ricavato è stato devoluto in beneficenza. Un po’ come fece la Rowling con le Le fiabe di Beda il Bardo (anche se in percentuali molto diverse!)

  2. Ho letto entrambi i libri (questo e le Fiabe di Beda il Bardo).
    Il libro della Rowling era godibile, nel senso che ti riportava ad Hogwarts con continui riferimenti ma poi, di fatto, le fiabe erano da prendere per quello che erano: fiabe, appunto.
    Questo libro della Meyer mi ha deluso.
    Ho come l’impressione che lei, ogni tanto, come dire “allunghi il brodo”, per poter scrivere di più.
    Ed è un peccato.
    Perchè comunque la sua saga non è affatto male.
    Diciamo che, operazioni benefiche a parte (Che comunque devono essere citate perchè non tutti lo fanno, diciamocelo) non riesco nemmeno io a trovare qualcosa di positivo in questo libro.
    Ricordo tempo fa un commento di un fan, evidentemente deluso, che disse una cosa del tipo: “con questo libro la Meyer ha pagato la scuola ai figli anche per quest’anno”.
    E non è bello quando si leggono commenti simili, no?

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