Tess dei D’Urberville, Thomas Hardy

La sua figura appariva straordinariamente alta e imponente in piedi, nella bianca camicia da notte, con una grossa treccia di capelli neri che le scendeva sulle spalle sino alla vita. La tenue luminosità della fioca candela toglieva alle sue forme e ai suoi lineamenti le lievi imperfezioni che la luce del sole poteva aver rivelate: i graffi delle stoppie sui polsi, la stanchezza negli occhi.
Quel sublime entusiasmo aveva il potere di trasfigurare quel viso che era stato la sua rovina e che si mostrava d’una incontaminata bellezza con un leggero tocco di dignità, quasi regale.

Se qualcuno mi chiedesse quali autori della letteratura mondiale ho nel cuore risponderei William Shakespeare, Charles Dickens, Emily Bronte, Jane Austen e Thomas Hardy.
Ognuno ha una sua caratteristica unica, in ogni loro opera ho lasciato un pezzo di cuore.
Era naturale, quindi che, prima o poi, parlando di classici, finissi per proporvi il romanzo più appassionante di Thomas Hardy, ovvero Tess dei D’Urberville.

Ma andiamo con ordine…

La recensione di Tess dei D’Urberville di Thomas Hardy

Danza sul prato con le altre fanciulle, viene violentata nel bosco a sedici anni, seppellisce in segreto il suo bambino, s’innamora, ma la sua vita sarà per sempre segnata da un tragico destino. Dalla nobile famiglia dei suoi avi, Tess ha ereditato una bellezza inalterabile, che la perseguita come il marchio di un’infamia; e il suo carattere fiero rende ancora più greve e intensa la sua sottomissione a un fato oscuro di morte e peccato. Rispetta il diritto degli altri a essere come sono ma gli altri non rispettano il suo diritto di essere come è. Sia Angel Clare che Alec d’Urberville distruggono la donna che è in lei, inseguendo un loro personale modello. Un ‘drammone’ di forza e potenza narrativa in cui natura e corruzione, amore e morte, nobiltà e miseria avvolgono la storia di Tess e ne fanno uno dei personaggi più riusciti della letteratura inglese.

Il periodo Storico e i Temi Trattati in Tess dei D’Urberville di Thomas Hardy

Hardy vive a cavallo tra l’epoca vittoriana e il modernismo del novecento. Nelle sue opere, e in particolar modo in questo romanzo, è influenzato da temi attinenti alla visione del mondo, della vita e dell’epoca vittoriana, ovvero:

  • la difficile condizione delle classi umili delle campagna
  • la difficoltà del vivere
  • il controllo dell’individuo, limitazione della libertà da parte dei familiari e della società
  • il fato ostile
  • l’inutilità delle religioni principali (Protestantesimo: Angel appartiene ad una famiglia di pastori evangelici)
  • la natura crudele co-protagonista nella vita degli uomini coerentemente alla teoria evoluzionistica di Darwin.

Hardy non crede in un Dio creatore e buono, che si preoccupa di portare giustizia, ma in un destino immanente di ispirazione schopenhaueriana: l’Immanent Will, che fa perdere ogni potere all’uomo, così piccolo nell’universo.

L’obiettivo di Hardy era illustrare “il contrasto tra la vita ideale desiderata da un uomo e quella reale e squallida che egli era destinato ad avere”; un destino ostile, maligno, che finisce con l’annientamento della felicità e della speranza.

L’autore: Thomas Hardy

Thomas Hardy (Upper Bockhampton, 2 giugno 1840 – Dorchester, 11 gennaio 1928) nasce e cresce nel Dorset, che poi verrò trasposto nel Wessex dei suoi romanzi (e in effetti il Wessex era il nome antico del Dorset).
La sua è una famiglia umile, ma riesce comunque a studiare architettura, professione che esercitò per un breve periodo a Londra prima di dedicarsi completamente al suo primo amore, ovvero la letteratura.
Nel 1874 si sposò con Emma Gifford e si stabilì in una casa di campagna, Max Gate, presso Dorchester, dove trascorse l’intera vita senza alcun evento degno di rilievo.
Grazie ai suoi romanzi divenne un intellettuale importante e di successo.
La sua ultima opera in prosa fu Jude l’Oscuro, che è anche il suo romanzo più pessimistico e, forse proprio per questo, non ebbe un grande riscontro nel pubblico vittoriano. Tanto da far pensare ad Hardy che la sua carriera di prosatore fosse finita.
E in effetti, da quel momento in poi si dedicò esclusivamente alla poesia.
Nel 1914, due anni dopo la scomparsa di Emma, si sposò una seconda volta con Florence Emily Dugdale che sarà la sua biografa. Morì nel 1928, e fu sepolto nell’Abbazia di Westminster.

La tecnica Narrativa di Hardy

Hardy fu in qualche modo un innovatore della tecnica narrativa.
Infatti, mentre i suoi contemporanei si soffermavano sui dialoghi per descrivere il carattere di un personaggio oppure per sviluppare la storia, lui si affida alla descrizione.
Tanto che può essere considerato una sorta di antenato degli sceneggiatori cinematografici.
Il narratore è, di fatto, il personaggio principale.
Diviene, anzi, regista della scena e, come se fosse dietro una cinepresa, si diletta a descrivere panoramiche dell’ambiente circostante. Fa grande uso delle dissolvenze, per poi tornare a zoomare e fare primi piani dei suoi personaggi.
Insomma, la telecamera invisibile di Hardy è il mezzo che avvicina i lettori alla storia.
Il suo essere uno scrittore visuale deriva anche dall’influenza che gli impressionisti hanno avuto su di lui.

“un romanzo è un’impressione, non un ragionamento”

I suoi romanzi, perciò, sono basati su determinati toni di colore ( Jude l’Oscuro, ad esempio, sul marrone e sul grigio, e le figure sono soprattutto geometriche).

Tess tra Polanski e la BBC

Proprio per il suo modo di scrivere così visuale Hardy è stato un autore molto utilizzato da teatro e cinema, perchè le sue opere ben si prestano ad essere adattate per il grande pubblico.
E anche Tess dei D’Urberville è stata spesso scelta in varie produzioni importanti.
Al cinema, il film più famoso è di certo Tess film del 1979 di Roman Polanski, con Nastassja Kinski nel ruolo della protagonista (e vincitore di tre premi Oscar).
Ma anche la BBC, più recentemente, ne ha trasmesso una sua versione, nel 2008, con la mini serie tv in 4 puntate dove  Tess era intrepretata da Gemma Arterton (divenuta famosa come Bond Girl, ma che, nello stesso anno di questa mini serie ne interpretò un’altra sulla vita di Jane Austen…come dire, si è pienamente riscattata!).

E’ difficile non restare affascinati da un personaggio tanto drammatico, fiero, coraggioso come Tess.
Ecco.
Forse è questo il reale motivo del suo successo tra i registi.

E’ una figura di donna forte.
Una parte di quelle che un’attrice vorrebbe interpretare almeno una volta nella vita.
Perchè di ruoli simili, per una donna, ne capitano pochi.
Meno male che, ogni tanto, nasce un Thomas Hardy che ci regala donne di questo spessore!

Tess dei D’Urberville
Thomas Hardy
BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2013, 449 pag., € 10.00

Silbietta
40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

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