Alzai gli occhi e la vidi. Era un venerdì, non lo dimenticherò mai.
Aveva una sottana rossa molto corta che lasciava scorgere delle calze di seta bianca con molti buchi e delle graziose scarpine di marocchino rosso legate con nastri color del fuoco. Si scostava la mantiglia per mostrare le spalle e un grosso mazzo di gaggie sullo scollo della camicia. Aveva una gaggia anche all’angolo della bocca e veniva avanti dondolandosi sui fianchi come una puledra di Cordova. A Siviglia, ognuno le rivolgeva un complimento licenzioso sulle sue forme; lei rispondeva a ognuno, gli occhi languidi, il pugno sull’anca, sfrontata, da quella vera zingara che era.
La recensione di Carmen di Prosper Mérimée
Carmen è la storia di un amore appassionato ed esclusivista.
Una passione che non ammette altro se non se stessa, che non contempla altre opzioni.
Un amore ossessivo ed egoistico, di un uomo che desidera e quindi vuole e che quando non può più avere la donna desiderata la uccide.
Carmen è una zingara.
Lavora come sigaraia e durante un alterco sfregia il volto di una donna impiegata nella stessa fabbrica.
Presa in consegna dalle guardie riesce a fuggire grazie alla complicità di una di loro, Don Josè.
Josè è stregato da Carmen, dai suoi occhi, dai capelli scuri, dai modi spicci e sensuali; desidera unicamente essere il suo uomo.
Accusato di aver aiutato Carmen a fuggire, viene rinchiuso in prigione; di nuovo libero, cerca la donna e trovatala con un un uomo, pazzo di gelosia, lo uccide.
A quel punto Josè inizia la vita degli zingari.
Scopre che Carmen ha un rom cioè un marito e lo uccide.
Josè vuole la donna tutta per sé, e arriverà a ucciderla per poi costituirsi.
Carmen è una novella scritta da Mérimée nel 1845.
L’autore narra la storia di una donna indipendente, che vuole vivere la sua vita seguendo i suoi princìpi e non quelli di un uomo.
La mia opinione su Carmen di Prosper Mérimée
Carmen si presenta per quello che è, non si finge un’altra per adescare Josè.
L’uomo sa che è uno spirito libero, che non ama rendere conto del suo operato, eppure crede di poterla ingabbiare nel suo amore possessivo: un amore fatale e mortale per la donna.
Fino alla fine Carmen rivendicherà il suo diritto ad una vita libera da costrizioni, a fare ciò che vuole, il suo diritto a dire a Josè – no, no non voglio essere più la tua donna!-
Un diritto che pagherà a caro prezzo.
Carmen è l’emblema di tutte le donne uccise da uomini incapaci di ascoltare e comprendere i desideri della propria compagna, uomini capaci solo di ordinare.
Uomini che non sanno cosa sia il rispetto della libertà dell’altro.
Successo dell’opera e trasposizioni
Carmen divenne un’opera lirica musicata da Georges Bizet su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy; Bizet scrisse le parole della celebre aria Habanera.
Bizet nell’opera cambia un po’ la storia, eliminando alcuni personaggi e concentrandosi sulla relazione tra Carmen, Josè e il torero Escamillo.
La prima rappresentazione dell’opera si ebbe a Parigi nel 1875, purtroppo Bizet morì prima di vedere l’opera diventare un successo in tutti i principali teatri europei.
Il personaggio di Carmen in origine fu scritto per un mezzosoprano ma sono soprattutto i soprani ad interpretare la parte.
Alcune delle arie dell’opera sono talmente celebri e conosciute da essere non solo riconoscibili anche per i non addetti ai lavori ma anche usate nelle pubblicità televisive.
Oltre che un’opera lirica la Carmen è stata rappresentata anche come balletto.
Meravigliosa la coreografia ideata da Roland Petit nel 1949, un balletto replicato oltre 500 volte.
Il ruolo di Carmen era interpretato da Zizi Jeanmaire, moglie di Petit, e quello di Don Josè dallo stesso coreografo.