ero rimasta intrappolata dalla visione ipnotica di quel taglio alla Lucio Fontana nella tela blu del cielo, da questa ferita aperta da cui tracimava polvere di stelle. A un certo punto ho realizzato quello che il cannocchiale di Galileo Galilei aveva confermato quattrocento anni fa: avevo davanti agli occhi la Via Lattea, splendente della luce di innumerevoli stelle.
Un libro sul buio che è “illuminante” per chi voglia saperne di più sui rischi dell’inquinamento luminoso. Un racconto-saggio che coinvolge e ispira alla lettura e al viaggio, subito dopo.
La recensione di Cieli neri, Irene Borgna
Stelle. Pianeti. Puntini pulsanti. Migliaia. Alcuni sembrano in primo piani, altri un passo indietro e così via in una successione infinita di piani. Le costellazioni si confondono in un gran garbuglio impossibile da dipanare. Emanuele si siede accanto a me sulla neve, in silenzio. Sopra di noi tutto brilla di una lontananza remota e viva. Per fortuna non ci sono stelle cadenti. Evitano l’imbarazzo di non sapere che cosa desiderare.
Siamo tutti in grado di capire cosa voglia dire la parola «notte», anche se forse non ne abbiamo mai fatto esperienza. Chi vive nel mondo occidentale, soprattutto nelle grandi città, è raro si sia immerso in una notte autentica dove le stelle hanno la forza di bucare la coperta nera del cielo. La luce elettrica, una grande invenzione che ha aperto la porta a migliaia di nuove esperienze, ha inesorabilmente occupato tutto il buio impedendoci di vivere l’altra faccia del giorno, con tutti i suoi doni: le stelle, la Via Lattea, il ritmo sonno/veglia, la poesia dell’oscurità. Irene Borgna, tra le mani una mappa dei cieli neri europei, è partita alla ricerca di quei luoghi che ancora resistono all’inquinamento luminoso. Dalle Alpi Marittime al Mare del Nord, a bordo di un camper. (Fonte: editore)
Il mio parere su Cieli neri Irene Borgna
Un bambino privato dell’esposizione alla luce diurna rischi di diventare rachitico per carenza di vitamina D (…). E un bambino privato della possibilità di godere della luce naturale della notte? Come minimo rischia l’atrofizzazione della fantasia, un rachitismo dell’immaginazione impossibile da recuperare. (…) Perché un bambino senza stelle è un adulto che non sogna.
Cieli neri mi ha aperto gli occhi su un fatto notevole, di cui avevo sentore ma che non avevo mai approfondito: l’importanza del buio.
Da piccola ricordo estati con nonna sotto le stelle, in una campagna vista mare per niente turistica e pochissimo illuminata: preparavo sdraio e musica (col mio fedele radioregistratore) e mi mettevo accanto a lei, pronta a immergermi in un bagno di luce di stella.
La Via Lattea era ogni sera una meraviglia: si accendeva appena spegnevamo l’unica luce esterna della casetta, sembrava di entrare in un’altra dimensione, fatta di una serena oscurità e mille e mille piccole luci a segnare il cammino. Nonna mi mostrava le poche stelle che conosceva e le altre le osservavamo facendo sogni a occhi aperti e dando nomi a caso…
Più di una volta, da più grande, ho alzato gli occhi al cielo e non ho più trovato la scia bianca della Via Lattea: riuscirò prima o poi a farla vedere ai miei figli? Dove dovremo rincorrere il buio per meravigliarci ancora una volta col naso all’insù?
Irene Borgna racconta in questo saggio il suo viaggio alla ricerca del buio, mappa dei cieli neri europei alla mano, per capire cosa voglia dire inquinare la notte, per raccontarci gli aspetti economici, antropologici, sociali, poetici e simbolici di quello che potremmo chiamare “uno stato d’animo in via d’estinzione”.
Un lavoro fantastico, illuminante, che mi ha messo una gran voglia di viaggiare al buio per riscoprire quei sensi che abbiamo accantonato e che andrebbero tenuti sempre vivi.
Irene ha una scrittura leggera e profonda, che scava tra le emozioni e ispira domande e moti di rivolta verso la luce, ormai purtroppo onnipresente nella nostra vita. La sicurezza viene chiamata in ballo per giustificare le scelte di illuminazione delle strade, ma i dati parlano di un’indifferenza nell’aumento dei casi di criminalità.
Il principio che sostiene Irene Borgna, dati sperimentali alla mano, è che la luce deve stare “solo dove serve, quando serve, se serve”. Così come dice la Ida (International Dark-Sky Association).
E non si tratta solo di proteggere il futuro sognante del nostro pianeta: la luce inganna il nostro corpo e quello di molti animali notturni, stravolge i tempi di rilascio dell’ormone del sonno e del riposo, sconvolgendo i nostri ritmi biologici e compromettendo le funzioni del sistema immunitario:
Ci sono piante che rifiutano di fiorire se troppo illuminate e primavere anticipate dalle giornate senza notte. La verità è che stiamo iniziando solo ora a scoprire le conseguenze reali dell’inquinamento luminoso, come negli anni Sessanta, quando non si sapeva ancora quanto il fumo delle sigarette potesse essere pericoloso per la salute.
Un rischio allarmante che dobbiamo essere pronti a far regredire, facendo le giuste scelte, imparando a illuminarci meno e meglio.
Cieli neri.
Come l’inquinamento luminoso ci sta rubando la notte.
Irene Borgna
Ponte alle grazie, 2021, pag. 204
ISBN: 978-8833316604