Maledette feste, Isabella Pedicini

Sogno un estremo atto di disobbedienza alle imposizioni delle festività di ogni mese e di ogni natura. Datemi la possibilità, anche solo per una volta, di giocarmi un bonus, una carta di libertà che mi dispensi dai banchetti infiniti, dalle visite, dai convenevoli. Sembrerò triste davanti al grande tribunale dei festeggiamenti e insensibile rispetto a chi non ha nessuno con cui festeggiare, ma vivrò quel giorno con animo leggero per aver trasgredito alla legge implacabile del divertimento.

La recensione di Maledette feste, Isabella Pedicini

Una gigantesca, fantasmagorica, festa di Natale, pensa, con tutti i parenti riuniti (anche lo zio che viene dalla Sicilia, pensa!), con il menù che tutti si aspettano, ogni stanza della casa decorata con stelle e ghirlande, con larghi sorrisi e abbracci e il vecchio zio brontolone e quell’aria di famiglia che… e invece la nonna cade e dimentica tutto quello che riguarda il Natale. Un’amnesia temporanea un bel po’ strana. Ma non possiamo annullare la festa: quando la nonna recupererà la memoria non ci perdonerà per averle rovinato tutta l’organizzazione… e allora che si aprano le danze!
Solo che Agata odia le feste comandate, almeno quanto odia cucinare. Ma si incarica di portare avanti tutto il circo, cucina compresa. Per la mamma.

Tornare porta con sé un forte senso di nostalgia e, insieme, la colpa per essere andati via, e allora in quella stanza cristallizzata, come in un museo di ciò che siamo stati, facciamo i conti con la persona che siamo diventati e con quella che avremmo potuto essere.

La mia opinione su Maledette feste, Isabella Pedicini

Da quanto non leggevo una storia leggera e spassosa così… Mi ha fatto sentire a casa: in quelle grandi case del Sud Italia, dove il Natale e le feste comandate hanno un rigidissimo protocollo da cui non si può assolutamente deviare. Per esempio, il menù della vigilia.

Agata è un personaggio fantastico, capace di catalizzare tutta quell’attenzione che vorrebbe evitare. La commedia di Isabella Pedicini fa sorridere, tanto, ma ci porta davanti a uno specchio che riflette (e ci fa riflettere) su quanto questa società abbia perso lo spirito del Natale vero e abbia ridotto tutto quanto ad una sfarzosa e luccicante festa del consumismo, in un’isteria collettiva, una corsa al regalo, all’acquisto, all’oggetto più accecante…
Ricordate il Grinch?

“Ma certo che sono accecanti.
E il punto è proprio questo no?
Si è trattato soltanto e sempre di questo: i regali.
Regali, regali, regali, regali, regali!”

Ecco che la mamma di Agata, la signora Eugenia, si trasforma in una sorta di Grillo Parlante e mette in evidenza le brutte abitudini che abbiamo preso, l’aver perso di vista l’obiettivo fondamentale della festa del Natale, come registra obiettivamente Bertrand, il marito di Agata:

“Stai esagerando, Agata. Il Natale è un’occasione per stare insieme, per rivedersi dopo tanto tempo, per condividere un sentimento di bene comune. Questo è lo spirito con cui tua mamma ha organizzato questa rimpatriata. Nessuno verrà a giudicarti e se qualcuno lo farà ci rideremo sopra.”

Già, ma è davvero così?

Mi sono tanto piaciute le derive che riflettono sulla famiglia e sul suo significato, gli intermezzi culinari che profumano di casa, di spaghetti con le vongole che devono essere più che perfetti, la riflessione sul “tornare”, la questione squisitamente psicologica dell’amnesia e dei suoi motivi, la coscienza di Eugenia che teme di perdere tutto di sé, con la memoria.
Tantissimi argomenti su cui fermarsi in un libro che magari voleva essere una semplice commedia allegra e invece porta a profonde riflessioni, a domande che chiedono risposta. Il tutto scritto in un modo assolutamente piacevole e scanzonato, leggero ma non troppo.

Vi consiglio fortemente Maledette feste di Isabella Pedicini, potrebbe essere d’aiuto a quell’amico che ha dimenticato il significato vero del Natale, o a quel parente che somiglia un po’ troppo al vecchio caro Grinch… 🙂

Maledette feste
Isabella Pedicini
Fazi, 2024, p. 192, €. 15,00

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polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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