Sogni, magie e avventure fantastiche sono gli ingredienti della narrazione di Carlo Collodi. Nel tradurre in italiano le celebri fiabe di Charles Perrault, l’inventore di Pinocchio rinunciò dichiaratamente alla traduzione letterale, per dare spazio al suo estro favolistico. Questa edizione, curata da un’insegnante, tiene conto delle aspettative dei bambini di oggi: a loro agio in un mondo tecnologico, ma ancora capaci di ascoltare incantati le storie di fate e di principi e principesse innamorati. In fondo, un principe che accetta di essere trasformato in un uccello turchino perché la principessa che ama non debba soffrire non è poi così diverso da un super robotizzato eroe giapponese, capace di morire perché il suo amico possa trovare le sfere del drago.
Quando abbiamo deciso di affrontare Collodi sotto angolazioni differenti da Pinocchio, mi sono messa a spulciare nella sua vasta produzione letteraria…e l’ho scoperto, con piacere, traduttore.Ma non traduttore classico.
Anche nel riportare le fiabe di Perrault in italiano ha saputo dare spazio alla sua creatività linguistica, “rinfrescandole” e rendendole in qualche modo diverse dall’originale (seppur con i medesimi finali).
Che poi, diciamoci la verità, chi non proverebbe piacere a rileggere, con gli occhi di Collodi, fiabe senza tempo quali Barbablù, La bella e la Bestia, Il gatto con gli stivali, La bella addormentata nel bosco?
Le fiabe fanno parte non solo della nostra infanzia.
Ma appartengono alla nostra cultura.
Perchè un mondo senza fiabe sarebbe davvero arido.
I racconti delle fate
Carlo Collodi
Biblioteca Adelphi
1976, 4ª ediz., pp. XX-308 , 12 tavv.
Quanto hai ragione silbi!
Un mondo senza favole, nonostante sappiamo che nella vita c’è anche – e purtroppo – molto altro di cattivo e brutto, un mondo senza le favole non riusciremmo certo a immaginarlo!
E ho notato che anche Collodi – che era impegnato anche in politica ed era un uomo ‘di una certa importanza’ al suo tempo – amava scherzare e affrontare anche le cose più serie con un pizzico di allegria e di umorismo. Insomma, secondo qualcuno era un po’ il ragazzetto discolo e monello che ha poi trasferito in Pinocchio… 🙂