Per il momento, Rudy e Liesel percorrevano la Himmelstrasse sotto la pioggia, in silenzio.
Lui era lo svitato che si era dipinto di nero per battere tutto il mondo.
Lei, la ladra di libri senza parole.
Le parole, però, erano già per strada, e presto Liesel le avrebbe strette far le mani come nuvole, e strizzate come pioggia.
La recensione di La bambina che salvava i libri di Markus Zusak
Liesel va a vivere a Molching, vicino Monaco, in una nuova famiglia.
Ha ancora addosso la tristezza per la morte del fratellino mentre erano in viaggio.
La mamma l’ha portata nella casa dei suoi nuovi genitori, Hans e Rosa Hubermann.
Unico primo conforto per Liesel è Il manuale del necroforo, il libro caduto al becchino nel cimitero, sotto la neve, durante la sepoltura del fratellino. Unico raccordo tra il suo passato e l’amore per suo fratello e quella che sarà la sua nuova vita a Molching.
Ma Liesel non sa leggere perché non è mai andata a scuola.
Il suo nuovo papà, dagli occhi d’argento e l’animo che sa di musica, le insegnerà a scrivere e a leggere.
Intanto imperversa la seconda guerra mondiale e la paura serpeggia per le strade. Paura ancora più forte per gli Hubermann che in casa nascondono un giovane ebreo.
I libri si riveleranno per la ragazza l’unico modo di sopravvivere alle miserie e alle brutture che la circondano. I libri calmano durante i bombardamenti, rassicurano durante la malattia, avvicinano le persone. E Liesel, ladra di libri per scelta e per necessità, non sprecherà nemmeno un’occasione pur di avere tra le mani nuove parole da assaporare.
La mia opinione su La bambina che salvava i libri di Markus Zusak
La Morte ci racconta questa storia. Una Morte prodiga nel suo lavoro, infaticabile, eccelsa nel prendere le anime. Morte impavida, stanca, curiosa, caritatevole che dice di sé:
In tutta sincerità, mi sforzo di prendere la faccenda allegramente, anche se, a dispetto delle mie proteste, la maggior parte delle persone trova difficile credermi. Per favore, fidati di me. Posso davvero essere allegra. Posso essere amabile. Affettuosa. Affabile. E queste sono solo le parole che cominciano per A. Non chiedermi però di essere bella: essere bella non è da me.
Questo libro è una lunga favola poetica.
Un testo scritto in modo evocativo, con una lingua meravigliosa fatta di aggettivi e paragoni impareggiabili dove si racconta di come la parola scritta divenga amore e odio, paura e tranquillità, inizio e fine.
Ho odiato le parole e le ho amate, e spero che siano tutte giuste.
È un libro bello, che mi ha conquistata a dispetto della divisione in capitoli e sotto capitoli in neretto che personalmente non mi fa impazzire.
Una storia che poeticamente racconta la crescita di Liesel e la seconda guerra mondiale da una prospettiva diversa rispetto ai soliti libri. Una bella storia.
Buona lettura.
La bambina che salvava i libri
Markus Zusak
Perling & Kupfer, 2013, p. 563, €. 11,50
Foto “Girls read on book” by hortongrou
Mi è piaciuto moltissimo!
Un libro intenso e pervaso di poesia, in cui le parole e i libri sono “i fili” che tengono viva la protagonista passando attraverso momenti duri e difficili.