Il mio amico Honza non solo sapeva recitare Brundibar, ma conosceva a memoria anche le parti di tutti gli altri bambini e, se loro le dimenticavano, lui era lì a sostenerli e a suggerire. Aiutava tutti e ci spronava a dare il massimo. Diceva che dovevamo far vedere agli orchi quanto eravamo in gamba.
La recensione di La città della stella, Sebastiano Ruiz Mignone
Honza è un ragazzo di quattordici anni.
Quella, si sa, è l’età dei giochi, della crescita, della scoperta. O almeno lo è adesso.
Durante la seconda guerra mondiale non lo era.
Honza porta una stella cucita sul cappotto, una stella che non gli piace. La indossano tutti i bambini e le bambini di Terezín: la città della stella. Vorrebbero poterla staccare, sentirsi liberi, ma possono farlo solo nella fantasia.
E allora mettono in scena storie immaginarie, disegnano anche se non hanno colori, cantano in coro. E le loro voci si alzano in volo come farfalle.
Quella di Honza è una storia delicata di desiderio di liberà durante la guerra. E’ una storia di verità che merita di essere letta e commentata insieme ai nostri figli, per non dimenticare.
La città della stella
Sebastiano Ruiz Mignone
Edizioni Gruppo Abele, 2015, 64 pag., € 18.00
Età di lettura da 6 anni