
Entrai nel ristorante, dissi al cameriere che doveva esserci una prenotazione a nome Zanardi, il cameriere mi guidò fino a un piccolo tavolo apparecchiato per due. Attraversando il locale, che era già quasi pieno, vidi varie persone che conoscevo, perlopiù giornalisti ma anche un paio di avvocati. Qualcuno faceva un cenno di saluto, qualcuno distoglieva lo sguardo, qualcuno abbozzava un mezzo sorriso. Come faceva quella vecchia canzone? “Non so se ancora desto in loro, se m’incontrano per forza, la curiosità o il timore.” Qualcosa del genere.
La recensione di La disciplina di Penelope, Gianrico Carofiglio
Penelope Spada è un ex pubblico ministero che per un “incidente” non esercita più la professione. La donna conduce una vita sregolata fatta di avventure saltuarie e di una vicinanza all’alcol ai limiti della dipendenza.
Un giorno viene contattata da un uomo che era stato accusato dell’omicidio della moglie.
Il caso era stato archiviato, ma i dubbi sull’innocenza dell’uomo non sono stati del tutto cancellati. L’uomo vorrebbe riscattare la sua posizione e le chiede di rivedere il caso, così da poter parlare in futuro con la figlioletta senza l’ombra di un accusa.
Penelope dopo un iniziale tentennamento accetta di indagare sul caso e grazie all’aiuto di alcuni amici che la stimano profondamente arriva ad inseguire una traccia.
La mia opinione su La disciplina di Penelope, Gianrico Carofiglio
La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio è il primo libro che leggo di questo autore che ha una protagonista femminile.
Ammetto che mi sarebbe piaciuto che approfondisse un po’ di più la personalità di Penelope e i suoi misteri, forse si è riservato di farlo in seguito, ma nel complesso il libro mi è piaciuto.
Lo stile di Carofiglio è sempre scorrevole e coinvolgente e ho passato delle ore piacevoli in compagnia di Penelope e dei suoi fantasmi.
Come posso non adorare uno scrittore che cita Francesco Guccini?
La disciplina di Penelope
Gianrico Carofiglio
Mondadori, 2021, p. 192, €. 17,00