
La nostra carissima PiattiniCinesi al secolo Anna Lo Piano torna su queste pagine per parlarci di letteratura per ragazzi. Oggi lo fa con una recensione bellissima di un libro che tutti gli adolescenti (o giù di lì) dovrebbero leggere: un libro che parla di diversità, accoglienza, integrazione. Mettetevi comodi e godetevi la recensione di Wonder di R. J. Palacio.
Wonder di RJ Palacio di Anna Lo Piano
“Se riesci a superare la scuola media senza ferire i sentimenti di nessuno, sei davvero forte”
scrive Summer Dawson alla fine del suo primo anno alla Beecher Prep.
Siamo a New York, zona nord, ma le paure, le insicurezze e le cattiverie dei ragazzini che si apprestano ad affrontare il primo giorno di scuola somigliano a quelle di casa nostra (e di tutte le altre case).
A 11 anni sei nel delicato passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza, pieno di speranze e aspettative che rischiano di essere deluse ad ogni momento, e sai che sarai giudicato su tutto, dal tuo aspetto, al modo in cui parli, alle scarpe che indossi. Gli amici che avevi cambieranno fino a trasformarsi in alieni, verrai accolto in gruppi e poi cacciato fuori per un nonnulla, oscillerai tra la visibilità e l’invisibilità, dovrai destreggiarti tra insegnanti, genitori e giochi all’ultima esclusione, con la paura costante di essere tu l’oggetto inconsapevole della “formaggite” di turno.
E se è difficile quando hai un aspetto più o meno decente, prova a immaginare cosa può succedere quando per uno scherzo del destino, i tuoi geni hanno deciso di mescolarsi male, di cambiare strada all’improvviso, e ti ritrovi con una sindrome rara, anzi rarissima, che non ha permesso ai tuoi occhi di trovarsi dove dovevano trovarsi, alla tua bocca di allinearsi e sorridere, alle tue orecchie di formarsi completamente.
August Pullman lo sa di non essere un bambino come tutti gli altri, lo ha sempre saputo. E anche se non fosse così sveglio, brillante ed intuitivo come invece è, lo capirebbe comunque dalle loro reazioni ogni volta che esce per strada. Per questo malgrado i suoi genitori lo abbiano cresciuto facendolo sentire normale, alla sua normalità manca la cosa più importante, che è il confronto con gli altri. August infatti non è mai andato a scuola, almeno fino ad ora.
Il libro è il racconto del primo anno delle medie di August, ma anche della sua famiglia, dei suoi compagni e dei suoi professori. Alla fine tutti avranno imparato qualcosa, saranno diversi, avranno fatto delle scelte.
Malgrado il tema difficile, Wonder è un libro comico, divertente, in alcuni punti esilarante. La capacità di August di cogliere il lato ironico della vita non solo è una risorsa per lui, ma anche per la storia. Non ho potuto fare a meno di fare il confronto, per esempio, con la Vita accanto di Mariapia Veladiano, in cui la protagonista soffre di una sindrome analoga, e dove le atmosfere, per quanto bellissime e struggenti, sono però appesantite da una visione oscura e senza speranza della vita, in totale solitudine.
In Wonder invece si fa riferimento ai miti dei ragazzini d’oggi, ci sono citazioni di film, si parla di videogiochi e ci sono continui rimandi al “Diario di una schiappa”. Per quanto diverso, August non è solo: è immerso e vive nel suo tempo. E questa non solitudine sostanziale è sottolineata dalla scelta di narrare la storia a più voci, sempre in prima persona, in modo da far emergere i diversi punti di vista sui fatti, mostrando come tutti, nessuno escluso, vivano le proprie insicurezze, e di come sia difficile sempre vedere gli altri per quello che sono, se non si fa uno sforzo in più.
Il libro è talmente bello che vorrete prolungare il piacere di leggerlo, magari con qualche attività da fare da soli o a scuola, e allora ve ne propongo qualcuna.
1. Pensate ad un giorno bellissimo e ad uno bruttissimo della vostra vita, e scegliete per ognuno una colonna sonora adatta, cercandola su youtube.
2. Scrivete su un foglio il vostro “precetto”: quello che per voi è importante e che avete imparato nell’ultimo anno.
3. Fate il vostro ritratto in forma di animale. Potete disegnarlo, o descrivervi a parole. Ma attenzione deve essere un ritratto realistico! Pensate alle vostre caratteristiche : pauroso, forte, timido, chiacchierone, con le gambe lunghe, prudente, ed attribuitele ad un animale. Sarà molto divertente leggere i ritratti a caso e indovinare chi li ha scritti.
4. Provate a pensare ad un episodio della vostra vita (la partenza per le vacanze, quando siete caduti dalla bicicletta, quando è nato il fratellino) e raccontatelo dal punto di vista di un altro: la mamma che guidava, la bicicletta, il fratellino o l’infermiera.
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Ma che bello! La diversità – o almeno quella apparente – è un tema che apprezzo sempre tantissimo, nei libri per ragazzi. E poi con quei suggerimenti io sto già fantasticando, lo sai? 🙂
Grazie mille!