
«Ha perso sua madre, persa e basta, come si perdono i palloncini, e non tutti perché volano in cielo. Ha perso gli anni per vederla invecchiare e lo spettacolo del coraggio che sognava di mostrare, coraggio che doveva arrivare dove non poteva l’amore, solitudine dove il pensiero di poter tornare a essere felici fosse lasciato vivere, in fondo agli occhi, per farli belli e verdi. Ha perso l’infanzia, che è finita. Ma le risate, quante risate ha fatto, quante volte in quattro mesi l’ha fatta ridere quell’uomo che il sogno maldestro ringiovanisce? Forse più di quelle che sua madre immaginava, ed è bello pensarlo».
La recensione di Lettere fra l’erba, Clara Cerri
Isabella, giovane orfana, vissuta in collegio, torna a vivere con il padre, un uomo molto chiuso, quasi assente.
A teatro inizia a frequentare i corsi di Antonio, amico di sua madre, che non ha mai conosciuto, perché morta quando lei aveva tre mesi.
Riuscirà proprio attraverso i racconti di chi l’ha conosciuta a scoprire cosa si nasconde, qual è la verità su sua madre che le hanno nascosto.
La depressione e un amore tormentato vengono raccontati da Ilaria ad Emanuela, sua amica del cuore in alcune lettere che Isabella riesce a leggere.
Ilaria soffre di depressione e per un grande amore, iniziato nel 1990 con l’occupazione dell’università e col tentativo di suicidio di un amico fragile, che rimarrà ossessionato da lei e le starà accanto quando sarà lei ad entrare in depressione.
Vincenzo, padre di Isabella, è un uomo che non sa amare la moglie, non ama la bellezza, è molto introverso, un po’ il cattivo della storia, ma in realtà è una vittima.
Il tema della depressione viene affrontato con grande coraggio dall’autrice.
La storia viene scritta in terza persona e il passato si alterna con il presente, attraverso le lettere.
Una bella storia d’amore, che non definirei un romanzo rosa, in quanto c’è molto di più.
Buona lettura.
Lettere fra l’erba
Clara Cerri
Lettere Animate, 2016, p. 409, formato kindle, €. 1,99
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