A Cura di Chiara Trabella
Nuovo appuntamento con il mondo del fumetto e con la nostra esperta, Chiara Trabella.
Stavolta il nostro viaggio ci porta in Francia, a conoscere un disegnatore assai intrigante: Joann Sfar.
E allora iniziamo subito l’avventura, tra colori di paesi lontani e miagolii sospetti….
Fumetti & Nuvole: Joann Sfar
Chi ha un gatto lo sa: è una benedizione che non parlino.
Ma che succede quando il gatto della figlia del rabbino si mangia l’adorato pappagallo di famiglia? Succede che si mette a parlare, e dice tutto ciò che pensa.
Questo è l’avvio de Il gatto del rabbino di Joann Sfar.
Sfar in Francia è una celebrità, l’astro più splendente del firmamento dei giovani autori di fumetto. Al suo attivo ha le serie di Piccolo vampiro e Grande vampiro, nonché un rifacimento moderno del Piccolo Principe.
Ma la sua opera più originale, quella in cui mette l’anima, è sicuramente Il gatto del rabbino. Il gatto Moujroum diventa una specie di personificazione del disincanto in una Algeri degli anni ’50, ancora coloniale e pacifica, in cui il rabbino Sfar fa tutti gli anni lo stesso pellegrinaggio insieme allo sceicco suo omonimo verso la tomba di un antenato comune e dove il pericolo peggiore è il leone ammaestrato di Malka dei Leoni.
Il gatto parlante irrompe nella quieta routine del rabbino e mette in forse tutte le sue certezze, sfacciato e innocente come un bambino.
Il volume di Rizzoli è in realtà una raccolta di storie che in Francia sono comparse separatamente (e in Italia sono state pubblicate da Kappa Edizioni): seguiamo il nostro protagonista negli ardui preparativi per un suo improbabile Bar Mitzvah, scopriamo la passione del rabbino per la musica, accompagniamo tutta la famiglia in un’esilarante trasferta parigina.
Si ride e si riflette, c’è la battuta e ci sono discorsi complessi sulla religione.
C’è la sensazione di un mondo poetico e felice ormai scomparso.
Di solito i seguiti non sono mai all’altezza dei primi libri.
E invece, se possibile, Il gatto del rabbino 2 è ancora più bello.
Anche in questo caso, si tratta di una raccolta di storie brevi.
E già la storia di Malka dei Leoni basterebbe a farlo comprare.
Ma secondo me la storia più bella è Gerusalemme d’Africa, un viaggio di speranza e devozione che non vi dico come si conclude perché non voglio rovinarvi la sorpresa.
Ma non finisce qui: nel 2011, in Francia, è uscito anche il film (Sfar è anche regista, tra le tante cose).
Non sono ancora riuscita a procurarmelo, ma non vedo l’ora di sentire finalmente la voce del gatto del rabbino.
Io me la immagino da uomo adulto, una voce semplice… che su un gatto con quella pellaccia fa ancora più effetto 😛
Per una come me che coi gatti ha un rapporto un po’ “così”… potrebbe essere la svolta!