
Si era di maggio e il tramonto incendiava le nuvole. Mancava mezz’ora al crepuscolo. Il fianco della collina era punteggiato di conigli: alcuni brucavano l’erbetta risicata presso le loro tane, altri s’erano spinti più lontano, appiè del poggio, alla ricerca di qualche radichella, o dente di leone, o magari qualche primaverina, sfuggita ai loro compagni. Qua e là, qualcuno sedeva eretto sopra un formicaio e si guardava intorno, orecchie drizzate e naso al vento. Ma un merlo, che cantava indisturbato sul limitare del bosco, dimostrava che non c’era nulla di allarmante, là, nell’altra direzione, lungo il ruscello, fin dove l’occhio giungeva, tutto era deserto e tranquillo. La pace regnava nella conigliera.
A Sandleford, nella grande conigliera, la vita scorre tranquilla.
L’erba è abbondante, il clima mite e non ci sono troppi pericoli nei dintorni.
Allora perchè Quintilio continua a fare quei sogni orribili ogni notte?
Quintilio è un conglietto minuto che ha il dono di vedere il futuro.
Sa che qualcosa di brutto sta per accadere nella conigliera ma in pochi sono disposti a credergli.
Non di certo il Coniglio Capo che alla notizia di dover abbandonare la conigliera fa orecchie da mercante sminuendo le paure di Quintilio.
Solo pochi conigli si fideranno del piccolo coniglio: Moscardo, Parruccone, Nicchio e pochi altri.
Il gruppo coraggioso abbandonerà le certezze di Sandleford e si spingerà verso le colline, laddove le visioni di Quintilio promettono prosperità e sicurezza.
Arriveranno infine a Watership Down dove fonderanno una nuova conigliera.
Il viaggio non sarà privo di pericoli e difficoltà: i conigli dovranno scontrarsi con volpi, umani e mille altri pericoli.
Richard Adams pubblicò La collina dei conigli nel 1972.
Da allora il libro è considerato un classico per grandi e piccoli.
L’autore crea un mondo e una lingua per raccontare questa avventura di conigli.
Essi parlano il Lapino, hanno propri riti e saghe, che si tramandano nelle notti di racconti nella conigliera, e abitudini particolari.
I conigli ad esempio adorano masticare palline, fanno Silflaia, cioè mangiano l’erba, nel tardo pomeriggio, solo le femmine scavano le tane e tutti hanno il sacro terrore del Coniglio Nero di Inlè.
Ho letto questo romanzo da bambina e l’ho riletto in questi giorni per Zebuk.
L’ho trovato così come lo ricordavo: appassionante, divertente, commovente, entusiasmante.
Adams non ridicolizza i conigli nè li rende troppo umani pur antropomorfizzandoli: essi si comportano come si comporterebbero dei veri conigli in natura e la storia non perde mai di veridicità.
Un romanzo molto bello dove si sfatano tanti luoghi comuni sui conigli e dove si dà risalto al benessere dato da una vita tranquilla e a contatto con la natura.
L’uomo è spesso rappresentato come un essere pericoloso che porta morte e distruzione e che non ha nessun rispetto per gli animali.
Anche la società dei conigli ha i suoi difetti e i coniglietti fuggiti da Sandleford dovranno fare i conti con la sete di potere e le regole al limite della dittatura di altre colonie.
Se amate la natura e gli animali questo è sicuramente un romanzo da non perdere.
Buona lettura.
Nel 1978 il romanzo venne trasposto in un film d’animazione diretto da Martin Rosen.
La collina dei conigli
Richard Adams
BUR, 2007, p. 429, €.11,00
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Photo : bloodyivy.it