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Il pozzo della solitudine, Marguerite Radclyffe Hall

“Tu non capisci, io ho fede nella mia scrittura, ne ho molta; un giorno io arriverò in cima e sarà questo a costringere il mondo ad accettarmi per ciò che sono. È una questione di tempo, ma ho intenzione di riuscire, per il bene di Mary.”

Il pozzo della solitudine (The Well of Loneliness) è l’opera più famosa della scrittrice britannica Marguerite (John) Radclyffe Hall. Pubblicato nel 1928, è considerato il primo romanzo a tematica apertamente lesbica, in cui, tuttavia, il termine “lesbica” non è utilizzato.

La recensione di Il pozzo della solitudine, Marguerite Radclyffe Hall

“Sei convinto che io non possa tenermi la donna che amo contro di te, perché tu hai un vantaggio verso di me e verso tutte quelle come me. Accetto la tua sfida. Devo accettarla. Quantomeno se intendo rimanere degna di Mary”

La pubblicazione di questo romanzo “suscitò un grande scandalo e, a trent’anni dalla condanna di Oscar Wilde, l’autrice dovette affrontare un processo per oscenità, che portò alla messa al bando del libro in Gran Bretagna, malgrado la mobilitazione di numerosi intellettuali e scrittori come Herbert George Wells, George Bernard Shaw, Edward Morgan Forster e Virginia Woolf.”

Leggendolo, immagino che scalpore potesse fare all’epoca una storia del genere: una donna “diversa”, “ribelle”, che non si conforma alle regole dettate dalla società, che addirittura pretende di poter studiare e istruirsi, per non parlare di tutto il resto… Uno scandalo davvero, sì!

“invidiava il suo diritto di salire sugli alberi e di giocare al cricket e al foot-ball, il suo diritto, insomma, di essere perfettamente nella propria natura; e soprattutto invidiava la sua splendida convinzione che essere un maschio costituisce un gran privilegio nella vita. Si rendeva ragione di questa convinzione e ciò non faceva che aumentare la sua invidia.”

 

La mia opinione su Il pozzo della solitudine, Marguerite Radclyffe Hall

Nelle parole di Stephen leggo così tanta forza, tanta tristezza, tanta rabbia, tanto coraggio, per portare avanti il proprio Cervello e il proprio Cuore.
Sicuramente la situazione attuale non è più così simile a quella di Stephen, ma ancora tanti passi vanno fatti verso la consapevolezza. Ancora tanto bisogna scrivere, far raccontare, leggere e far capire su cosa significhi libertà di pensiero, di espressione, libertà di amare chi si vuole. Le donne – gli uomini – che all’epoca rischiavano tutto, esponendosi e dichiarando la propria diversità, dimostravano che la diversità è una ricchezza immensa e un fatto naturale, che gli stereotipi maschilisti e moralisti erano – e sono – assurdi e insensati.
Condivido l’opinione di alcuni per cui il valore più grande di questo romanzo, non magari un capolavoro, sia quello di aver fatto dire a Stephen Gordon “esisto”, e sono un essere umano come tutti, ho diritti e doveri come tutti, il vostro odio è illogico, non chiedo tolleranza (è troppo poco) ma rispetto.”

Mi auguro che leggiate il libro e che tornate qui a dire la vostra, Zebuk vi aspetta a braccia aperte!

Il pozzo della solitudine
Marguerite Radclyffe Hall
Corbaccio, 2018, p. 440, €. 22,00

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