Home Gialli, Thriller, Horror Persi nel Vuoto, Vincenzo Malara

Persi nel Vuoto, Vincenzo Malara

7

All’hotel Paradise Anne e Peter se n’erano andati da quasi quattro ore. Sam se lo aspettava, come si aspettava non avessero lasciato nessun altro recapito. Il ragazzo alla reception cercò di non lasciar trapelare le sue impressioni, ma non era facile rimanere indifferenti davanti alle condizioni di Sam Starkey: gli occhi arrossati e allucinati, il sudore sulla fronte e sulle guance, le mani tremanti, come se uno strano morbo lo stesse mangiando dentro, il viso spento ma con un’ombra di energia, come uno stereo rotto in cui però nei fili circola ancora corrente. Mentre si dirigeva verso il bagno della hall, il ragazzo alla reception lo fissava di traverso con la quasi certezza che quell’uomo sarebbe crollato da un momento all’altro. Entrato nel bagno Sam si guardò nello specchio e si passò dell’acqua sul viso. Sentendosi un po’ meglio guardò nel buco del lavandino e parlò.
“Dove sono Anne e Peter?”
“La coppietta è arrivata fino nel Maine, Sam, viaggiano su una vecchia Continental grigia dell’89 presa a noleggio e si sono fermati vicino Bangor, in una cittadina che si chiama Pittsfield…un motel di nome Blue Night sulla statale 33…hanno preso una stanza per tre notti…”
La voce dettò quelle notizie come uno di quei navigatori satellitari in quelle macchine extra lusso che ormai ti dicono anche se il cesso di quella stazione di servizio è momentaneamente occupato o no. A Sam non serviva altro, anche la voce sembrò capirlo e tornò nel buio del buco inghiottita da un gorgoglio acquatico. L’uomo uscì dal bagno e fece un cenno di grazie al ragazzo della reception. Questo rispose con un sorriso che sapeva più di “addio” che di “ torni quando vuole”. Sam montò sulla sua Chevrolet. La notte premeva contro i vetri dell’auto e tutt’intorno. Il vento su Boston tormentava ancora gli alberi ma non sembrava volersi arrabbiare di più. Sam accese il motore e partì. Verso il Maine.(Persi nel vuoto, pag. 141)

La recensione

Quando mi hanno proposto di recensire questo libro di Vincenzo Malara, ho accettato immediatamente dopo aver letto la trama.
Da brava appassionata dei romanzi di Stephen King, e dei racconti da brivido in genere, non potevo lasciarmelo sfuggire.
Nel corso della lettura mi sembrava di essere catapultata in un episodio di The Twilight Zone (che da noi si chiamava Ai confini della realtà), perchè nei racconti, oltre al brivido puro, c’è anche una componente sovrannaturale (o “aliena”…).
Certo, da brava cultrice del genere, non posso fare a meno di accostare (seppur alla lontana) Sam che parla con la voce del lavandino, ad uno dei momenti presenti in IT che mi ha terrorizzato di più la prima volta che l’ho letto. O la folle Rose alla cattivissima Annie Wilkies di Misery.
Somiglianze letterarie a parte, ognuno dei racconti merita di essere letto (e anche riletto) per il modo in cui sono stati descritti i personaggi, per il ritmo incalzante della narrazione. Perchè alla fine ti rendi conto sul serio, come dice anche l’autore nella prefazione, che il vero mostro è quello dentro ciascuno di noi.
E, soprattutto, ammettiamolo: perchè è raro incontrare un giovane autore che riesca a scrivere in modo tanto convincente!

PERSI NEL VUOTO
VINCENZO MALARA
0111 Edizioni, 2010, 245 pag., € 15,00
ISBN 9788863072884

7 COMMENTS

  1. Finalmente un po’ di Stephen King “casareccio” 🙂 Anche se ho visto da info su internet che l’autore scrive ambientato in America però mi incuriosisce… sono curioso di vedere all’opera un autore di genere…

  2. L’ho finito di leggere pochi giorni fa. Di solito in vacanza leggo qualcosa di leggero e non mi aspettavo di appasisonarmi ad un libro di genere come questo. le storie sono ben scritte, quella della voce è particolarmente suggestiva con un finale che mi ha davvero stupito.

    “persi nel vuoto” è sicuramente promosso a pieni voti!!!

  3. Se non una recensione è mio dovere scrivere, come minimo, un piccolo commento a questo libro, che grazie a Zebuk ho avuto occasione di leggere (è un Giveaway che ho vinto). Probabilmente non l’avrei mai fatto altrimenti. Difficilmente sarei stato attratto dalla copertina, dove bizzarramente, al centro di una strada infinita (una tipica “highway” aericana) campeggia una bambola sfatta, abbandonata, in una posa totalmente innaturale. Tra l’altro, di solito, non leggo romanzi horror.
    In realtà “persi nel vuoto” non è un vero e proprio romanzo dell’orrore. Il suo obiettivo non è di fare paura. L’elemento forte, raccapricciante, tenebroso, serve solo a dar voce a quella che è l’idea di fondo del romanzo stesso: la vita. E ancor più l’intreccio di vite. Tutto il libro, infatti, è un alternarsi di racconti che, capitolo dopo capitolo, si intrecciano e si riuniscono per diventare un sola storia. La maestria che mi ha fatto apprezzare Manara è proprio la capacità di non lasciar trapelare i legami tra i vari personaggi che, nelle prime pagine, sembrano totalmente distinti ma che, col dipanarsi della vicenda, risultano tutti concatenati da episodi, presenti o passati, delle loro vite. Vite che, in realà, hanno ben poco valore…

    stefano664

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here