“Sistemate la vostra scrivania nell’angolo e tutte le volte che vi sedete lì a scrivere, ricordate a voi stessi perché non è al centro della stanza. La vita non è un supporto dell’arte. È il contrario.” (Stephen King, On Writing, p. 95)
E’ difficile condensare la vita e le opere di Stephen Edwin King (Portland, Maine, 20 settembre 1947) in un unico post, sia per il numero impressionante di romanzi che ha prodotto nel corso degli anni, sia per la sua vita, che in qualche modo può essere accostata a quella del protagonista di un romanzo.
Due gli episodi che segnarono la sua infanzia: l’abbandono da parte del padre, che andò via di casa quando Stephen aveva due anni, e la morte di un suo compagno di giochi, quando ne aveva quattro, travolto da un treno davanti ai suoi occhi durante un pomeriggio di giochi.
King inizia a scrivere giovanissimo, ispirato dai racconti di E.A.Poe, H.P.Lovercraft e Richard Mathison.
Si laurea in Letteratura nel 1970. Due anni dopo, in concomitanza con la nascita del secondo figlio, inizia un periodo di problemi economici e di salute, legati soprattutto alla sua dipendenza dall’alcol.
Carrie e gli altri…
Nel 1974, King riesce a pubblicare il suo primo romanzo, Carrie, grazie al quale, tra vendite del libro e diritti per la trasposizione cinematografica, potrà iniziare a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.
E i due successivi romanzi, Le notti di Salem (1975) e, soprattutto, Shining(1977), lo fanno diventare un autore di livello internazionale. Ma, nello stesso periodo, la madre muore di tumore. E King inizia ad avere seri problemi di tossicodipendenza e alcolismo, a lungo sottovalutati dalla sua famiglia.
Soltanto nel 1987 inizierà un periodo di disintossicazione, che durerà un anno.
Paradossalmente, il lungo periodo di dipendenza da alcol e droghe corrisponde anche al suo momento di massima produzione letteraria.
La maggior parte dei romanzi scritti in quegli anni avranno altrettante trasposizioni cinematografiche (La zona morta, Pet Sematary, Christine, It, Stagioni Diverse con l’episodio The Body che divenne sullo schermo Stand by Me).
Ha talmente tanto da raccontare da “sdoppiarsi”: pubblica, infatti, alcuni romanzi con lo pseudonimo di Richard Bachman (tra tutti amo alla follia La lunga marcia).
E prende forma in quegli anni anche la serie La Torre Nera.
Il presente e il passato recente
Il 19 giugno 1999, dopo aver accompagnato all’aeroporto il figlio più piccolo, King viene investito da un uomo con numerosi precedenti per incidenti stradali, riportando ferite molto gravi e profonde. Uscirà dall’ospedale dopo tre settimane dal ricovero, il 9 luglio. Gli occorreranno 7 interventi chirurgici e una lunga convalescenza per rimettersi in sesto.
L’incidente non gli impedirà di continuare a scrivere, seppure non così frequentemente come prima.
Tra i romanzi pubblicati nell’ultimo periodo ricordiamo Cell (2006), La storia di Lisey (2006), Duma Key (2008) e The Dome (2009).
Stephen King è l’autore (secondo forse soltanto a Shakespeare) che ha avuto più adattamenti cinematografici delle sue opere (come non ricordare Shining, Misery non deve morire e Le ali della libertà?).
Ed è certamente riduttivo considerarlo soltanto il “re dell’horror”.
Ogni suo romanzo è un esercizio creativo.
C’è sempre qualche spunto originale e la sua scrittura è assolutamente coinvolgente.
Certo, lo confesso, dopo aver letto The Cell, per qualche tempo ho guardato il mio cellulare con occhi preoccupati…. 😀
Ma King è anche e soprattutto un narratore di rapporti umani.
Non a caso, i suoi racconti più amati sono Il miglio verde e la raccolta Stagioni diverse.
C’è una frase, tratta dal suo saggio On Writing che riassume perfettamente il suo rapporto con la scrittura:
“Scrivere è magia, è acqua della vita come qualsiasi altra attività creativa. L’acqua è gratuita. Dunque bevete.
Bevete e dissetatevi.”
Forse non tutti sanno che…
….i guanti del clown Pennywise di IT sono stati ispirati da quelli di Mickey Mouse….
….nonostante sia il Re dell’Horror, Stephen King odia Halloween.
E ora corro a dissetarmi!
Silbietta.