22/11/63, Stephen King

“Questo pomeriggio tu hai cambiato il passato in tanti piccoli modi, semplicemente entrando nel negozio di Anicetti. Eppure i gradini che riportavano nella dispensa e nel 2011 erano ancora li, no? E Lisbon Falls è come l’avevi lasciata.”
“A quanto pare, si. Ma tu stai parlando di qualcosa di un po’ più drastico: salvare la vita a JFK.”
“Oh, parlo di molto più di questo, perchè non si tratta di una farfalla in Cina. Per esempio, sto parlando di salvare la vita anche a suo fratello Bobby, perchè se John non fosse stato ucciso a Dallas, probabilmente Bobby non si sarebbe candidato nel ’68. Il Paese non sarebbe stato pronto a rimpiazzare un Kennedy con un altro.”
“Di questo non puoi essere sicuro.”
“No, ma stammi a sentire. Tu credi che se salvi la vita a John Kennedy, suo fratello Bobby sarà ancora all’Ambrassador a mezzanotte e un quarto del 5 giugno 1968? E anche qualora ci fosse, Sirhan Sirhan sarebbe nella cucina dell’hotel?”
Forse si, ma le probabilità sembravano davvero scarse. Se in un’equazione si introduce un milioni di variabili, è chiaro che il risultato cambierà.

Lisbon Falls, Maine (ne dubitavate?): Jake Epping, di professione professore, trascorre in solitaria le sue giornate, da quando sua moglie se n’è andata di casa.
Gli unici momenti nei quali si concede qualche chiacchiera è quando si reca a mangiare alla tavola calda di Al, che si rivela essere un perfetto padrone di casa.
La tranquillità di Jake si tramuta in avventura quando Al, malato gravemente, gli rivela che dalla dispensa della sua tavola calda si accede, attraverso un piccolo passaggio temporale, al 1958.
Alle 11:58 del 9 settermbre 1958, per la precisione.
Lo stesso Al è stato più volte nel passato senza che nessuno se ne fosse mai accorto.
Perchè (ecco un’altra cosa sbalorditiva), non importa quanto ci si fermi nel passato. Ogni volta che si risbuca dalla dispensa saranno sempre passati soltanto due minuti.
E Al rivela anche che, ogni volta che si ricompie il viaggio la storia si riazzera e riparte da capo.
Se tutto questo non fosse già stato sufficientemente sorprendente, la richiesta di Al metterà Jake di fronte ad una scelta importante.
Perchè al tranquillo professore di Lisbon Falls viene proposto di tornare indietro per impedire l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.
Sarà un percorso lungo, nel quale Epping vivrà in pieno la vita di fine anni ’50, incontrando persone speciali e cercando, in alcuni casi, di modificare il destino di chi gli sta più a cuore.
Ma siamo sicuri che quest’intrusione negli eventi passati, non avrà effetti imprevisti sul futuro del mondo?
E intromettersi in questo modo sul tempo passato è giusto o è meglio lasciare che la storia segua il suo corso naturale?

In 22/11/63 Stephen King lascia per un attimo la via horror per una più drammatica e orientata verso un pizzico di fantascienza, anche se i suoi fedelissimi lettori troveranno di certo, qua e la, tracce di incubi passati:
a partire da Derry (la città immaginaria protagonista di molti suoi romanzi, da It a Le creature del buio a Dolores Clairborne), nella quale arriva Jake Epping con l’intento di cambiare il destino di un suo amico.
Ed è sempre a Derry che apprende dei delitti di bambini avvenuti qualche tempo prima per mano di un misterioso personaggio travestito da pagliaccio
O quando, sempre nella medesima cittadina immaginaria incontra Beverly Marsh e Richie Tozier due ragazzi che fanno parte de “Il gruppo dei Perdenti” ( e che sono tra i protagonisti di It).

E forse è proprio grazie a questi continui rimandi alle sue opere passate che questo  romanzo (che presto diventerà un film ad opera di Jonathan Demme) riesce ad essere tanto convincente, maturo, ben strutturato.
Pur non essendo un horror.
Ad affascinare è certamente la “spedizione temporale” per salvare la vita di Kennedy, personaggio (forse) troppo spesso mitizzato.
Ad incuriosire la porticina che si apre sul 1958, che rimanda tanto ad Alice nel paese delle meraviglie (anche se poi, il viaggio nel tempo per un breve momento ricorda, per le scommesse sportive e i cambi d’abito “d’epoca” anche Ritorno al Futuro).
Ad inquietare è la drammaticità della storia, lo scoprire che, nonostante gli sforzi per cambiare il destino, ci sarà sempre quel battito d’ali, l’effetto farfalla che si ripercuoterà, in un punto qualsiasi nel futuro di quella persona (o, nel caso di eventi di una certa importanza, nel futuro dell’umanità).

E l’amara certezza che, per quanto doloroso, a volte è meglio lasciare le cose così come sono.

 

22/11/63
Stephen King
Sperling & Kupfer, 2011,  768 pag., € 23,90
ISBN 9788820051358

 

Silbietta
40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

8 COMMENTS

  1. Dici che potrebbe essere il modo di avvicinarsi allo zio Stephen senza tremare di terrore ad ogni giro di pagina? Perché io, solo a leggere “It” e “Dolores Claiborne” sto in ansia… 🙂

  2. Allora.
    Non è un libro horror (anche se il riferimento assai chiaro ad It, c’è).
    L’ho trovato molto interessante, davvero ben scritto (ma questo lo immaginavo già).
    E niente.
    Secondo me sta tornando il King di una volta.
    E non mi riferisco alla paura.
    Mi riferisco alla capacità di narrare storie corali riuscendo ad imprimere ad ogni personaggio un carattere ben definito, a rendere la storia credibile e per nulla noiosa.
    E riuscire nell’impresa scrivendo una storia di quasi 800 pagine non è facilissimo.
    Per citare un commento letto su facciadilibro: ti fa venire voglia di prendere un altro romanzo di King e di ricominciare subito.
    Ecco.
    Secondo me questa come descrizione è assai calzante.

    (e ricordate: la paura è dentro di noi….hihihihi)

  3. Silbi non ho alcun ubbio sul King scrittore , It e Shining sono due grandissimi romanzi e che io sono fifona proprio e poi non ci dormo , questo pare faccia al caso mio 🙂

  4. I riferimenti a It sono evidenti e anzi necessari per comprendere il resto. Ma non per questo il romanzo è dell’orrore. E’ il filone del King realistico, direi, e perturbante (lo stesso di Stand By Me). Un grande romanzo. In cui la storia collettiva è scusa e pretesto per parlare di esistenza, e diritto di scelta, e libero arbitrio, e desiderio, e paura.
    Bellissimo.

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