
La recensione di Il falsario di Auschwitz di Paul Schiernecker
Georg Gottlieb ormai molto anziano racconta durante una lunga intervista la sua vita. Dapprima abile tipografo inizia a falsificare documenti a Praga, poi il matrimonio con Rose e infine la deportazione di entrambi ad Auschwitz.
Per Georg la vita nel campo non è facile ma grazie alla sua bravura come tipografo viene trasferito in uno degli uffici del settore politica. Lì può controllare tutti i documenti che transitano per il campo e falsificando il suo tatuaggio riesce a farsi trasferire a Birkenau dove si trova sua moglie.
La sua abilità di falsario viene scoperta dai nazisti e Georg viene deportato vicino a Berlino nel campo di Sachsenhausen. Non smetterà mai di cercare Rose.
La mia opinione su Il falsario di Auschwitz di Paul Schiernecker
Il falsario di Auschwitz si ispira a una storia vera. È scritto con uno stile semplice e scorrevole ed è narrato in prima persona. Il protagonista è un uomo che non si arrende mai e che trova la forza di andare avanti nell’amore per Rose e ogni giorno il pensiero di ritrovarla è la spinta a non mollare.
Nella prima parte Paul Schiernecker racconta la vita a Praga di Georg e il suo lavoro per i comunisti, lavoro che lo porterà ad essere uno dei primi deportati. Nel romanzo si evidenzia la durezza della vita dei prigionieri e come le loro vite fossero affidate al capriccio dei nazisti, lo stesso Georg sarà preso di mira da due soldati per tutta la sua permanenza.
Un buon romanzo sull’Olocausto, una grande storia d’amore e un libro coinvolgente ed emozionate.
Buona lettura.
Il falsario di Auschwitz
Paul Schiernecker
Newton Compton Editori, 2025, p. 352, €. 9,90