On Writing, Stephen King

Il giorno in cui andai da lui a consegnare i miei primi due articoli, Gould mi disse qualcos’altro di molto interessante: scrivi con la porta chiusa, riscrivi con la porta aperta. In altre parole, ciò che scrivi comincia come una cosa tutta tua, ma poi deve uscire. Dopo che hai ben capito che storia è e la scrivi nella maniera giusta, o comunque al meglio di cui sei capace, appartiene a chiunque abbia voglia di leggerla. O criticarla.

Un giorno, dopo aver scritto un numero imprecisato di romanzi “da paura” il buon “Zio Steve” decise che era finalmente arrivato il momento di dedicare un libro intero alla sua ragione di vita: la scrittura.

Ma, attenzione. Perchè il motivo che lo ha spinto a mettere nero su bianco i suoi pensieri non è, come si può pensare prima di immergersi nella lettura, per autocelebrarsi.

Come lui stesso dichiara in una delle prefazioni di On writing, si era reso conto che, ad uno scrittore, venivano fatte le più inimmaginabili domande…tranne quelle più tecniche, che si possono riassumere in una soltanto: Perchè scrivi?

La bellezza di questo piccolo libro è che King ci regala, oltre a consigli validissimi e mirati all’aspirante scrittore (ma che si possono tranquillamente ribaltare nella vita di tutti i giorni), tanti piccoli episodi presi dal suo personale cassetto della memoria.
Uno scrigno prezioso, che ripercorre la sua infanzia, l’adolescenza, i primi traumi, gli idoli di gioventù, le prime critiche, le piccole gioie.

Ma lui ci tiene a precisare:

« Questa non è un’autobiografia. È caso mai una specie di curriculum vitae, il mio tentativo di spiegare come si è formato uno scrittore. Non come uno scrittore è stato formato; io non credo che gli scrittori possano ricevere una formazione, né dalle circostanze, né per propria volontà (anche se così ho creduto in passato). L’attrezzatura è compresa nella confezione originale. Ma non stiamo parlando di accessori inusuali; io credo che siano molti ad avere, se pur in forma germinale, talento di scrittore e narratore, e che questo talento possa essere rafforzato e affinato. Se non ne fossi convinto, scrivere un libro come questo sarebbe una perdita di tempo.»

Insomma: un King senza dubbio più personale e umano di quello che ci si immagina leggendo le sue storie.
Che poi, alla fine, ci si rende conto che molti degli episodi di vita che lui racconta gli sono serviti per plasmare personaggi, storie, situazioni, ambientazioni, inquietudini.

Stephen King, di sicuro non piacerà a tutti.
Ma consiglio a tutti di leggere questo suo saggio.
Perchè va oltre l’autore e verso l’uomo.

ON WRITING
Autobiografia di un Mestiere
Stephen King
Sperling & Kupfer, 2004, 173 pag.
ISBN 9788882747534

Silbietta
40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

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