
Era la vigilia di Natale. Quella mattina, appena alzato, corsi alla finestra per guardare fuori.
-Per mille mozzarelle, nevica! Nevica, finalmente! – squittii, fissando felice i fiocchi di neve che volteggiavano nell’aria, candidi e soffici come scaglie di formaggio grattugiato…
Sembra una mattina perfetta quella a Geronimo Stilton.
E’ la vigilia di Natale e il topo ha organizzato una festa splendida per parenti e amici.
Deve solo passare in ufficio per firmare un contratto.
Cosa può andare storto?
Tutto!
Tra incidenti, scivoloni, corse all’ospedale, incendi e chi più ne ha più ne metta, Stilton arriverà a sera stanco e ammaccato ma lo spirito del Natale risolleverà gli animi di tutti consentendo alla festa di essere perfetta.
Primo e ultimo libro del topo che leggo.
Sarò troppo vecchia per apprezzare lo stile colorato, le scritte quasi pubblicitarie, i disegni che invece di sottolineare i momenti salienti distraggono l’attenzione del lettore e le frasi, messe a casaccio e spesso in mezzo alla pagina, che ho trovato fastidiose ed irritanti.
Avete presente l’effetto luci psichedeliche in discoteca?
Belle, divertenti ma alla lunga stancanti?
Ecco, lo stile di questo libro è così: ammicca pieno di brillantini ma logora il povero lettore perché di fondo è privo di qualunque qualità.
La storia poi è di un banale…povera, scritta in modo mediocre, piena di ripetizioni e nemmeno divertente.
Il topastro Stilton sarà di successo, non lo nego, ma non mi ha convinto per niente.
Una bella storia, per bambini o adulti, non ha bisogno di tutti quegli orpelli a meno che non si usino per coprire mancanze e magagne e, sinceramente, il sospetto che sotto la superficie non ci sia nulla è forte.
Ma io sono un’adulta e forse non comprendo appieno il fascino del topo, chissà.
E’ Natale Stilton
Geronimo Stilton
Piemme, 2001, p. 117, €. 9,20