Il tempo dell’amore, Nagib Mahfuz

Viveva nel nostro vicolo una vedova chiamata Sitt Ain; una donna forte, garbata, interessante. Una donna unica, attenta ai misteri della vita che, seppure incomprensibili, non riuscivano a condizionarla. La storia di Sitt Ain comincia solo adesso che ha cinquant’anni, è vedova e ha una solo figlio, Izzat, di sei anni.

La recensione de Il tempo dell’amore, Nagib Mahfuz

Sitt Ain è la donna più rispettata del vicolo dove abita.
Vedova, vive con il figlioletto nella casa più ricca di tutte.
Sitt Ain non si vanta mai ma è sempre prodiga verso gli altri. Aiuta i poveri, i bisognosi, è sempre pronta ad accogliere, ascoltare, aiutare.
Il suo sogno è quello di vedere suo figlio Izzat realizzarsi nella vita e diventare un punto di riferimento per gli abitanti del vicolo così come lo è stata lei.
Ma Izzat è profondamente diverso da sua madre, Izzat non ha mai pace, né scrupoli, desidera sempre ciò che non possiede e questo lo rende eternamente infelice.

La mia opinione su Il tempo dell’amore, Nagib Mahfuz

Il tempo dell’amore è un libro breve ma molto bello.
La prosa di Najib Mahfuz, Premio Nobel per la letteratura nel 1988, è poetica, ricchissima, molto evocativa ma allo stesso tempo semplice.

La storia di Sitt Ain e di Izzat è la storia di tanti personaggi che affollano il vicolo e le strade del Cairo, le loro chiacchiere dietro le porte, i respiri, gli odori, i suoni delle stradine, di quel vicolo che diventa il centro del mondo e allo stesso tempo il luogo da cui Izzat vuole scappare per trovare la sua strada.

Nagib Mahfuz ci racconta una storia di ritorni e abbandoni, amicizie infrante, amori sospesi, perdoni e fughe dipingendo un microcosmo di personaggi e ambienti vividi e poetici e declinando la quotidianità in grande narratriva.

Buona lettura.

Il tempo dell’amore
Nagib Mahfuz
Tullio Pironti editore, 1990,

SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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