Le mamme non mettono mai i tacchi, Luana Troncanetti

Mi hanno chiesto di raccontare il mio libro ed io, confusa e felice per l’attenzione prestatami, per farlo parto dal titolo, che mi è venuto in automatico, senza pensarci su un istante.

Alcune persone (pochissime, a dire il vero, e suppongo che siano assolutamente prive del dono dell’ironia) ne hanno travisato totalmente il significato. “Le mamme non mettono mai i tacchi” non è un’imposizione, non è una realtà assoluta, non è una legge imprescindibile, ma una semplice considerazione valida per buona parte delle madri, perlomeno per quelle che dispongono di figli insonni, inappetenti, ipercinetici, super precoci e loquaci. In certe condizioni, deambulare sui trampoli diventa un’operazione a dir poco ardua. Mi sbaglio? Riparliamone considerando una delle tante situazioni X nelle quali si trova una donna, soprattutto se ha partorito un maschietto. Immedesimatevi in una mamma la quale, al secondo anno di insonnia totale del bambino, dopo essersi alzata all’alba e aver stirato una catasta di panni, e con la previsione di dover combattere due ore a pranzo per fargli ingoiare un maccheroncino, si trovi una mattina al parco con suo figlio.

Lui, da bravo maschio, non si siede sui sassolini a pettinare le bambole, no. Lui vuole giocare a pallone o rotolarsi nel fango. Perciò, la mamma che non dorme da almeno due anni, che si alza alle cinque per sbrigare le faccende domestiche, che si danna per farlo mangiare e/o stare zitto e/o fermo per cinque minuti, che nel pomeriggio deve anche andare a lavorare (non molto, solo 4 ore, ma anche quelle fanno mucchio) secondo voi, sapendo che tutti i giorni si esce in passeggino, si raggiunge il parco e quindi si gioca a palla sui ciottoli cosa indosserà? Un paio di sandali gioiello con il tacco a spillo oppure delle comode scarpe da ginnastica?

Tacchi a prescindere, il libro incuriosisce molto le mamme. Le ingolosisce con promesse di chiacchierate fra amiche e sfoghi liberatori, è un testo sotto certi aspetti magico perché nelle sue pagine qualsiasi mamma può riconoscersi e (me lo auguro!) divertirsi, in alcuni tratti commuoversi, riflettere, ridere oppure piangere, quello dipende dal carattere
E’ uno spensierato excursus in quella che è la vita frenetica della mamma moderna, un esorcismo alla stanchezza del quotidiano e a tutte le piccole difficoltà di una corsa perenne che sembra non avere mai fine. E’un sistema per dire “coraggio cara, capita anche a me!”. Non è un romanzo né un’autobiografia. Nel libro parlo semplicemente della vita di mamma, di tutte le mamme, analizzando con ironia argomenti quali l’insonnia, l’iperattività, il marito poco collaborativo, la suocera impicciona, la processione di parenti/vicini/semplici curiosi che infestano casa tua a cinque minuti dal parto. Si presentano a tutte le ore, scegliendo accuratamente le più sconvenienti, per ammirare il frutto del tuo ventre neanche si trattasse del Bambino Gesù.

La pubblicazione de “Le mamme non mettono mai i tacchi” ha seguito un percorso curioso. Pubblicato nel 2007 per gioco assieme ad altri due piccoli libri con la casa editrice Boopen, ha nel suo piccolo ottenuto un ottimo consenso di lettrici. A conferma di questa scandalosa affermazione, posso sfoggiare una quindicina di recensioni positive che infestano la Rete. Specifico che tali recensioni si riferiscono alla vecchia versione del libro, quella che in copertina sfoggiava un paio di scarpe rosse con il tacco assassino. La nuova edizione è stata ampliata nei contenuti ed è decisamente migliorata dal punto di vista qualitativo e grafico.

A maggio 2008 Maurizio Costanzo mi concede l’onore di un’intervista radiofonica e questo soltanto perché uno dei suoi collaboratori era finito per errore nel mio blog e l’aveva trovato divertente.

A Luglio 2009 riesco a vincere il più prestigioso riconoscimento per la scrittura comica in Italia, il Premio Massimo Troisi, con la rielaborazione di un brano contenuto nella vecchia versione del libro. Mi è preso quasi un accidenti: io DONNA e romana, conquisto un Santo Graal solitamente appannaggio degli uomini dall’accento napoletano! Questo pezzo è stato poi eliminato dal libro, perché a seguito di questa vittoria verrà pubblicato dalla Comix il prossimo giugno.

A ottobre 2009 “Le mamme non mettono mai i tacchi” viene ripubblicato: nuova copertina, contenuti ampliati, nuovo contratto. Grazie al recente progetto LED della Boopen, una vera e propria strategia editoriale riservata alle opere meritevoli di attenzione, è ora disponibile in una nuova versione ampliata nei contenuti e rinnovata nella copertina. Questo per me è stato motivo di enorme soddisfazione. Il mio, infatti, è stato il primo testo promosso al progetto Boopen LED fra gli oltre 700 autori che si sono rivolti a Boopen negli ultimi due anni.
Verrà pian piano distribuito in diverse librerie italiane, per il momento a Roma, Napoli e Pesaro e poi, successivamente, in altre città. Posso ora beneficiare di una campagna pubblicitaria da parte del direttore editoriale il quale si sta occupando di organizzare eventi atti a promuovere il libro. L’ultimo in ordine cronologico è stato la partecipazione alla Fiera del libro di Roma lo scorso dicembre.
Per quanti volessero leggere “Le mamme non mettono mai i tacchi”, queste sono le modalità per l’acquisto.

Concludo questo pezzo, augurandomi che nessuno si sia accasciato sulla tastiera del PC in stato catatonico nel leggerlo, con una considerazione rivolta a quelle mamme che momentaneamente non riescono più ad indossare i tacchi: ricordatevi che i tacchi alti rendono più femminile una donna, ma non fanno necessariamente di lei una femmina. Un figlio, invece, sì.
Un ringraziamento anticipato a tutte le mamme alle quali riuscirò a strappare un sorriso, con la certezza che vivano pienamente felici anche in scarpe da ginnastica.

Luana Troncanetti
PS: Buona corsa a tutte!

23 COMMENTS

  1. Mi sa che me lo compro. Bellissima la frase “i tacchi alti rendono più femminile una donna, ma non fanno necessariamente di lei una femmina. Un figlio, invece, sì.”
    grande.

  2. Ci credete che ho ordinato questo libro la settimana scorsa? Ho ordinato il libro di Barbara Mammafelice e mi sono imbattuta in questo libro, mi è piaciuto molto la prefazione online e così l’ho ordinato!

  3. Ringrazio pagnottina e maria per le parole carine.
    Ho conosciuto per caso il sito di mammafelice e ho scoperto con piacere che abbiamo in comune due cose: voler regalare un sorriso alle mamme ed esserci rivolte allo stesso editore.
    Vorrei farle a questo proposito un in bocca al lupo, augurandole di essere promossa presto alla serie A di Boopen, il progetto Boopen Led.
    Grazie ancora a Zebuk per lo spazio che mi ha regalato.
    Ciao e buona corsa a tutte, con o senza tacchi.
    Luana

  4. Ooooooops! Ho dimenticato di ringraziare Angela per il suo invito ad acquistare il mio libro.
    Sono imperdonabile, carissima Angela, ma cerca di comprendere che la demenza senile è una gran brutta bestia! :-))))))))

  5. Avevo postato un ringraziamento per Angela che è stata così carina da suggerire l’acquisto del mio libro. Il commento è sparito e quindi ringrazio nuovamente Angela.
    Se dovesse magicamente riapparire (il commento, non Angela), non fateci caso. Io sono abituata a certe stranezze: ogni volta che clikko su un’icona a caso sul desk top quella prende fuoco.
    Posso così aggiungere alla demenza senile anche la demenza informatica al mucchio delle mie disabilità.
    Non appena avrò acquistato il contenitore in plexiglass potrò dire di aver terminato la collezione di “Deficienze a abnegazioni mentali dai quattro continenti. Manca soltanto la perdita di memoria a breve scadenza e sono a cavallo.
    Chiedo scusa a quanti dovessero incautamente leggere questo delirio.

  6. Intendevo dire ” Deficienze E abnegazioni mentali “. Bene, aggiungiamo anche un refuso al deliro precedente. Un bel refuso non si rifiuta mai a nessuno… Dio, se realmente sei buono e giusto, finiscimi con un colpo alla nuca. Non lo dico per me, ma per quelli che leggeranno questi messaggi. Per il bene dell’umanità impediscimi di scriverne altri, te ne prego.

  7. Bene, se i tuoi commenti qui hanno lo stesso stile del libro non posso che leggerelo! Spassosa!
    Sarei venuta volentieri a conoscerti di persona (sono di Fano, a 12 km da Pesaro)ma tu hai scelto l’unico giorno che sono in trasferta…Forse anche questo rientra nei tuoi deliri: perdere le occasioni per conoscere le amiche di zebuk!! 🙂
    In bocca al lupo per sabato!!

  8. La tua recensione è allettante, ironica e anche veritiera e quasi quasi… anche se io sono mamma, e non smetterò mai di mettermi in ghingheri, curarmi, spiluccarmi e…. mettere i tacchi, non sempre ma spesso e volentieri. Sono un metro e 60 io!!!!!!!!!
    Oggi mentre mettevo delle spiritose autoreggenti, mio figlio (4 anni) mi fa: mamma i tacchetti mi raccomando!

    • Prendo spunto dal post di vilenia per chiarire un minuscolo concetto, onde evitare equivoci sorti già in passato. Io adoro i tacchi e nel mio libro non consiglio certamente alle mamme di mortificare la loro femminilità. GUAI A FARLO RAGAZZE!
      Innegabilmente indossare dei tacchi quando si ha ancora in casa un neonato o un bimbo che muove i primi passi può, a mio modesto avviso, essere difficoltoso se non impossibile.
      Quando però i piccoli crescono, e diventano meno esigenti, è sacrosanto che la mamma riprenda a curare il suo aspetto. Sono perciò felice di leggere che vilenia è, come tutte noi, donna e non solo mamma.
      I tacchi di cui parlo io nel libro sono tutt’altra cosa; i tacchi che rendono scomoda la vita di una mamma non sono certamente quelli attaccati a un bel paio di decolletè.
      I tacchi che rendono difficile la corsa perenne irta di ostacoli alla quale tutte, in un modo o nell’altro, ci troviamo a dover partecipare, non hanno nulla a che fare con le calzature.
      Il reale significato del titolo si può scoprire soltanto leggendo il libro.
      Mi auguro che qualcuna delle mamme di passaggio sia così carina da incuriosirsi e aggiungersi al gruppo delle lettrici che hanno già avuto modo di apprezzarlo.
      Nel frattempo ringrazio tutte quante per aver lasciato un commento, ultima ma non ultima vilenia, mamma taccata di un bimbo che a soli 4 anni manifesta già spiccate doti da personal shopper e buongustaio. Anche mio figlio mi fa i complimenti, le rare volte in cui mi vesto da donna 🙂

      PS: Io sono “alta” un metro e 59, amo i tacchi alla follia ma li trovo estremamente scomodi. A dirla tutta non li indossavo quasi mai anche prima della venuta di Superboy. Perciò “staccate” si nasce, non si diventa partorendo, e ciò avvalora tutte le mie precedenti dichiarazioni sul significato del titolo! Tutta la mia ammirazione va invece alle taccate, eroine che riescono a deambulare su ciò che per me è uno strumento di tortura.

    • Purtroppo per il momento non ci sono presentazioni in previsione a Milano. Il fatto è che le presentazioni vengono organizzate dal mio editore, solo in casi sporadici provvedo ad organizzarle personalmente. Questa di Pesaro è nata dall’amicizia con un libraio molto in gamba che si è innamorato di come scrivo ed è stato così carino da organizzare un evento per pubblicizzarmi.
      Il mio desiderio sarebbe quello di comprare un camper e fare il giro d’Italia per regalare un sorriso alle mamme. Mi auguro di riuscirci il prima possibile! 🙂

  9. […] 15th, 2008 at 02:35. wow che sorriso alcolico. Yuki_Sakuma Says: Febbraio 15th, 2008 at 03:51 …Le mamme non mettono mai i tacchi, Luana Troncanetti | zebuk.itMi hanno chiesto di raccontare il mio libro ed io, confusa e felice per l'attenzione prestatami, per […]

  10. L’articolo è talmente pieno di stereotipi donna-uomo/maschi-femmine che anche se il libro ne contiene solo la metà, per me è troppo, non potrei mai leggerlo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here