Il ritratto di Dorian Gray, Oscar Wilde

“Noi siamo puniti nelle inibizioni che ci imponiamo, ogni impulso che cerchiamo di soffocare fermenta nella nostra anima e ci intossica. Il corpo pecca, ma una volta he ha peccato ha superato la sua colpa perchè l’azione è una forma di purificazione: nulla più rimane se non il ricordo di un piacere o la voluttà di un rimpianto. L’unico modo di liberarsi di una tentazione e di abbandonarvisi : resistete e la vostra anima di ammalerà di nostalgia per le cose che si è vietata, di desiderio per ciò  che le sue mostruose leggi hanno reso mostruoso e fuori legge.”

La recensione di Il ritratto di Dorian Gray, Oscar Wilde

Il romanzo è ambientato a Londra nel XIX secolo e racconta di Dorian Gray, un giovane molto bello, che viene ritratto dal pittore Basil Haward, e sarà proprio un suo amico, Lord Henry, che influenza molto Dorian, portandolo a pensare come lui. Infatti stipulerà “un patto con il demonio” e così lui resterà eternamente giovane e il ritratto subirà una decadenza. Dopo una storia d’amore terminata con il suicidio dell’amata, Dorian nasconderà in soffitta  il suo ritratto che sta invecchiando piano piano. Esasperato uccide il pittore che lo ha ritratto e poi se stesso, mentre i suo servi troveranno il ritratto intatto…

Ho letto questo romanzo di cui avevo sentito molto parlare, su consiglio di una mia amica, e devo dire che è stata una lettura “piacevole” nonostante lo abbia trovato un po’ macabro e mi abbia lasciato un po’ perplessa in molti punti. Vi consiglio la lettura perché come sempre i classici sono i migliori  e Wilde esalta il culto della bellezza, dell’arte e del piacere, anche se non li condivido convengono che un buon romanzo da leggere.

IL RITRATTO DI DORIAN GRAY
Oscar Wilde
Rizzoli, 1988, p. 269

angela
Classe 1972, mamma di due adolescenti, moglie, assistente personale del direttore di una casa editrice, segretaria di una scuola di musica, amante dei libri e della musica.

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