Olive Kitteridge è valso a Elisabeth Strout il premio Pulitzer, nel 2009, e, detto tra noi, questo da l’idea di quanto gli Stati Uniti diano importanza alla libertà d’espressione, dal momento che la protagonista di questo romanzo, democratica, definisce il Presidente (quale presidente è facilmente intuibile) “un idiota ex cocainomane” ma anche “un bambino pestifero e viziato” che le” fa vomitare”.
Olive Kitteridge è un po’ tutte noi (simpatie politiche a parte).
Olive è una donna normale, forse anche mediocre.
Olive è un’insegnante di matematica insopportabile, una moglie imperiosa, una madre che picchiava suo figlio.<
Eppure non riesce ad essere del tutto antipatica. Perchè Strout ha quella capacità, propria dei grandi scrittori, di mettere il lettore in una posizione che oscilla tra il biasimo e l'empatia. Leggendo, possiamo tutte proferire che Olive prova quello che proviamo noi, però mio figlio non l’avrei mai picchiato. E così divori 380 pagine, emozionandoti e al contempo sentendoti migliore.
Strout smaschera le piccolezze di Olive, ma anche la sua intelligenza e la sua sensibilità, dipingendole attorno l’affresco di una provincia del Maine, tratteggiando con abilità personaggi apparentemente di contorno: una pianista che abusa dell’alcol per sedare il panico da palcoscenico; un uomo di mezz’età, rifiutato dalla moglie, che s’innamora di nuovo; il funerale di un giovane padre di famiglia.
Che ve lo dico a fare: dovete assolutamente leggerlo, perché questo è uno di quei romanzi che andranno a finire dritti dritti nella storia della letteratura americana. E io non mi assumo l’onere di aver osato recensirlo: diciamo che sto chiacchierando con voi di un romanzo troppo grande per me. 😉
Capì che Simon era un uomo deluso se alla sua età sentiva il bisogno di dirle che l’aveva compatita per anni. Capì che mentre guidava lungo la costa verso Boston, verso la moglie accanto alla quale aveva allevato tre figli, qualcosa in lui sarebbe rimasto soddisfatto di averla ritrovata come l’aveva vista quella sera, e capì che quella forma di sollievo per molti era autentica, proprio come per Malcolm che si sentiva meglio quando dava a Walter Dalton del finocchio patetico. Ma quel genere di nutrimento era una poltiglia acquosa; non riusciva a cambiare il fatto che Simon avrebbe voluto essere un concertista ed era finito a fare l’avvocato; che aveva sposato una donna ed era rimasto con lei trent’anni, anche se in realtà a letto non gli era mai piaciuto.
OLIVE KITTERIDGE
Elizabeth Strout
Fazi (collana Le strade), 2009, P. 383, €. 18,50
Polly, ogni volta che leggo una tua ‘non recensione’ sono colta dall’irrefrenabile impulso di volare a comprarmi il libro in questione.
Come te lo spieghi? 😉
uhm.
è perchè leggo sempre libri molto degni, probabilmente. 😉
perchè leggi libri “con gli attributi”…diciamolo!! 🙂
Diciamolo! 😀
la strout nn mi piace molto ma tu mi hai fatto venir voglia di leggere questo libro !!! 😀
Polly sei un mito 😀