5 libri per unire l’Italia

Poteva Zebuk dimenticarsi dei 150 anni della Repubblica Italiana?
Certamente no!!
E allora la classifica di questa settimana è davvero tematica.
E molto sentita.
Perchè, senza voler essere polemici o altro, dobbiamo comunque riconoscere che il periodo che stiamo vivendo è davvero difficile.
E, spesso, ci dimentichiamo di coloro che hanno lottato per fare in modo che l’Italia fosse una nazione unita.
Unita nonostante le differenze, anche dialettali.
Forse dovremmo ricordarcelo un pochino più spesso.
Nel nostro piccolo, in qualche modo l’abbiamo fatto.
Perchè la selezione di oggi comprende dei grandi classici che, a modo loro, hanno contribuito a creare la nostra letteratura.
E proprio per mantenere quell’unità conquistata 150 anni fa, le nostre scelte spaziano da Nord a Sud.

Perchè l’Italia è nata grazie a TUTTI gli italiani.
Buone letture tricolori!!

E auguri!!

5 Libri per unire l’Italia

  • I Promessi Sposi, Alessandro Manzoni: Se “I promessi sposi” è uno dei capolavori della letteratura italiana, Manzoni è lo scrittore che più di ogni altro rifiutò di essere “all’italiana”. Scelse un genere disprezzato come il romanzo e un secolo deriso come il Seicento, ma soprattutto scelse una lingua nuova, che facesse parlare i grandi della terra e la gente del popolo, che potesse descrivere guerre, pestilenze e conversioni senza enfasi né artificio. Fu così che il romanzo, che secondo Vincenzo Monti era “troppo dotto per gli umili e troppo umile per i dotti” e non avrebbe avuto alcuna fortuna, diede forma nazionale alla lingua di un’Italia non ancora unita.
  • Le mie Prigioni, Silvio Pellico: 1832. Goethe pubblica la seconda parte del Faust e muore a Weimar. Evariste Galois redige la sua memoria sulle equazioni algebriche la notte prima di morire in un duello. Nel Canale di Sicilia sprofonda l’isola Ferdinandea. Viene dato alle stampe presso l’editore Bocca di Torino Le mie prigioni, scritto da Pellico l’anno prima su consiglio del suo confessore. La Polonia è proclamata provincia russa. Viene fondata la società Michelin. Von Clausewitz pubblica Della guerra. Scoppiano rivolte liberali nello Stato pontificio. In Inghilterra viene approvata una riforma della legge elettorale che concede il suffragio ai proprietari di beni immobili. Applaudito scrittore di tragedie fino al 1832, a partire da quella data Pellico inizia a essere fischiato a ogni sua apparizione pubblica. La ragione di questa diffidenza, se non di aperta ostilità, è da cercarsi nella pubblicazione de Le mie prigioni, il libro che “recò più danno all’Austria che una battaglia perduta o cento mazziniani frenetici”. Tra il sospetto dei politici e il timore dei benpensanti, era nata questa raccolta di memorie, che si rivelerà decisiva per la formazione della coscienza civile degli italiani. Quella coscienza che tenterà con alterne fortune di fondere passioni civili e pietà religiosa, illuminismo e cristianesimo, e che non può mancare di riconoscere in Pellico il suo glorioso inizio.
  • Sonetti, Gioacchino Belli: Il popolo è il protagonista dei “Sonetti” belliani perché nella società romana del tempo, dominata dalla corruzione e dall’ipocrisia, il popolano era l’unico depositario della verità “nuda” e “sfacciata”, priva di finzioni e conformismi tipici dei “probi cittadini”. La discesa del poeta negli intimi recessi dell’immediata e cruda semplicità della “turba” passa attraverso l’adozione del dialetto romanesco, lingua sguaiata e plebea, simbolo di quella Città sublime e stracciona di cui Belli dipinge un realistico affresco.
  • La Divina Commedia.Inferno, Dante Alighieri: Iniziato con ogni probabilità nel 1306-07, l’Inferno è la prima delle tre cantiche che compongono la Commedia dantesca. In questi trentaquattro canti il poeta racconta l’inizio del suo viaggio ultraterreno, a partire dallo smarrimento nella “selva oscura”, dove incontra il poeta latino Virgilio che sarà sua guida, giù giù per i diversi gironi, fino all’orrenda visione di Lucifero e quindi alla faticosa risalita “a riveder le stelle”. Un itinerario nell’animo umano lungo il quale Dante incontra decine di indimenticabili personaggi, alle cui tristi vicende egli sa guardare con fermo giudizio ma anche con una suprema pietas che è forse il maggior segno del suo profondo atteggiamento di estrema modernità.
  • I Malavoglia, Giovanni Verga: Dalla storia di padron ‘Ntoni e della sua famiglia, tenacemente unita nella lotta contro la miseria, oppressa dai debiti, dai lutti, dal traviamento di alcuni dei suoi, emerge l’immagine di un’arcaica società isolana in cui tutto è condizionato dal bisogno e dall’ignoranza. Nel romanzo vivono personaggi indimenticabili, fedeli a una loro radicata onestà in una vita che è solo sacrificio e fatica, oppure piegati, come il giovane ‘Ntoni, da una impossibile rivolta; ma vivono anche i pregiudizi, gli egoismi, gli affanni di una comunità rurale dell’Ottocento, chiusa in un’amara condizione di isolamento e arretratezza e oppressa dai gravissimi problemi apportati dal nuovo Stato unitario.
Silbietta
40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

8 COMMENTS

    • E sì che ne siamo orgogliose!

      Conto di leggermi i Sonetti, che proprio mi mancano, e di ri-leggermi almeno La Divina. E i Malavoglia. Ancora. E ancora. E ancora.

      • i Sonetti del Belli, così come le opere di Trilussa, sono un must della mia libreria e di quella della mia famiglia.
        Che poi almeno uno dei sonetti lo conosci…cioè se ricordi Mary per sempre e il prof che lo legge…te lo devi ricordare per forza 😀 (per la cronaca il sonetto in questione era Er padre de li Santi….che viene decantato anche nella versione femminile…La madre de le Sante…non so se si è capito di Cosa parlano…)

  1. brave brave.
    io aggiungo anche La ragazza di Bube di Cassola. per ricordare che la liberazione d’italia non è una festa solo della sinistra (lo so che stiamo parlando di unità, ma anche la resistenza sicuramente ha fatto l’italia!).
    poi, e sto andando a random, aggiungerei il principe di macchiavelli.
    e, parlando di “dialetti”, ragazzi di vita di pasolini.
    e infine, la nostra bella costituzione.

    (ho comprato la bandiera!!!)

    • Polly… che dirti? Uno meglio dell’altro, i tuoi consigli!
      Il Principe mi ha appassionato davvero quando l’ho letto a scuola… per La Costituzione: dovrebbero farla studiare molto di più! 🙂

    • Ah quanto hai ragione!!
      Ce ne sarebbero di classici da nominare…

      Comunque sul dialettale sono stata combattuta a lungo tra Belli e Trilussa.
      Ho scelto il primo perchè è effettivamente vissuto nel periodo del risorgimento…
      Ma in effetti le poesie di Trilussa aiuterebbero assai..me ne viene in mente una:
      La Ninna nanna della guerra.

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