La città.
Il luogo che viviamo ogni giorno.
Chissà in quanti la osservano con attenzione quando, magari, si affrettano il mattino per andare a lavoro.
Questo lunedì il tema del nostro Zeboogle è la città.
Partendo proprio dal titolo.
5 romanzi che contengano la parola città nel titolo.
Ci piaceva l’idea di pescare una parola e vedere cosa ne usciva fuori.
Ed eccovi, quindi, una selezione quasi per caso ma comunque intrigante.
Perchè diciamocelo: quasi tutte le cose migliori, alla fine, nascono per caso!
5 Storie di Città
- Storie di una città, Alexander McCall Smith, Ian Rankin, Irvine Welsh. La trama:“Tre grandi scrittori contemporanei, chiamati a scrivere della loro Edimburgo, con stili, approcci, immagini diverse, se ne lasciano ispirare e regalano tre personalissime storie. Alexander McCall Smith racconta le vicende di un biologo indiano che si trasferisce nella capitale scozzese e, spaesato, cerca goffamente di costruirsi una vita sociale, per soffocare la solitudine e l’acuta nostalgia che prova per la sua famiglia, le sue radici, le sue usanze. Per Ian Rankin, invece, la città serve da sfondo alla caparbia volontà di riscatto di un senzatetto che, grazie alla magia e all’illusionismo, trova un modo per non essere dimenticato, raggiungendo una sua dimensione di celebrità. E, per finire, Irvine Welsh delinea la storia grottesca dell’animale da compagnia preferito di un piccolo boss della malavita, una tigre, che fugge e semina scompiglio, sconvolgendo la tranquillità di un quartiere residenziale. In ogni racconto, Edimburgo è la vera protagonista, con le proprie bellezze storiche accostate alle profonde contraddizioni e lacerazioni sociali che dilaniano ogni grande città. McCall Smith, Rankin e Welsh hanno risposto all’appello di OneCity Trust, una fondazione che si prefigge di mettere la letteratura al servizio della società e di chi opera per unire le persone: “non riesco a immaginare un obiettivo migliore” sottolinea J.K. Rowling nell’introduzione, “per Edimburgo, per la Scozia e per il mondo intero”. – Riscoprire una città attraverso gli occhi di tre scrittori.
- La città e i cani, Mario Vargas Llosa. La trama: “Cosí rispondeva l’autore a chi, al momento della pubblicazione, gli chiedeva se La ciudad y los perros – bruciato in piazza dai militari, considerato dalla critica il migliore tra i suoi romanzi, – fosse un romanzo “sulla violenza”. E la violenza – fisica e non – fa da sfondo al microcosmo del Collegio Leoncio Prado di Lima dove avviene l’educazione del protagonista-alter ego dell’autore. Un collegio retto da militari secondo una disciplina militare in cui confluiscono sia i figli delle classi inferiori ammessi per merito sia quelli delle classi alte mandati lí dalle famiglie nella speranza di domarli, e dove la sopraffazione, la forza bruta, il dispotismo sono le leggi della convivenza, a dispetto di regolamenti e norme. “Ero un bambino viziatissimo, presuntuosissimo, cresciuto, faccio per dire, come una bambina… Mio padre pensava che il Leoncio Prado avrebbe fatto di me un uomo, – ricorda Vargas Llosa, – ma per me fu come scoprire l’inferno”. – Un viaggio duro e difficile attraverso una realtà scomoda da raccontare.
- La città invisibile, Joseph O’Neill. La trama: “La città invincibile” è la storia di Hans van den Broek, olandese a New York, che la moglie, all’indomani dell’11 settembre, ha lasciato solo a guardare il suo matrimonio andare in pezzi. Ed è la storia del mondo nuovo che Hans scopre tra le macerie della tragedia: dal Chelsea Hotel ai parchi dorati dall’autunno, la sua è una New York meravigliosa e ferita, che cerca di sopravvivere a se stessa e al suo mito. È ancora la città del sogno americano, sognato da chi americano non è. Indiani, pakistani, turchi, caraibici: è con loro che Hans si incontra, unico bianco, per trascorrere nostalgici pomeriggi giocando allo sport di quand’era ragazzo, il cricket. Ed è tra loro che conosce un sognatore vero, entusiasta e geniale: Chuck Ramkissoon, un Jay Gatsby nato a Trinidad, grandioso e tragico sbruffone con “una certa esperienza di questioni di vita o di morte”. E un motto: think fantastic. Sarà grazie a Chuck, e all’umanità vitale e colorata che gli sta intorno, che Hans ritrova un po’ di se stesso, e rimette pian piano insieme i pezzi sparsi della sua esistenza.- E’ proprio il caso di dirlo: l’uomo, quando si trova ad affrontare un periodo difficile, sotto ogni punto di vista, riesce a dare il meglio di sé. E rinasce, come la fenice.
- La città di pietra, Ismail Kadaré. La trama: “In una città così non è facile essere bambini. Una città antica e di pietra. Capace di provocare dolori, ferite e piaghe, perché al contatto può essere rude e fredda, come la pietra, come la guerra. Sullo sfondo, la tragedia del secondo conflitto mondiale, un mostro dal quale il piccolo albanese protagonista di questa storia sa difendersi come solo i bambini sanno fare. Per lui che ancora non conosce la follia dei grandi, tutto assume una parvenza di gioco e di scoperta: l’oscuramento, le fughe nei rifugi antiaerei, le divise dei soldati e la casa misteriosa che ospita tante belle signore straniere. Un folto gruppo di personaggi stravaganti e indimenticabili lo accompagna nel suo cammino per la città di pietra: il nonno che parla turco e che lo fa fumare, gli zingari dai magici violini, l’irraggiungibile Margherita e la non castissima Susanna, la donna barbuta e le ultracentenarie che, stagione dopo stagione, lo guardano diventare uomo. ” – La storia di un uomo vissuta insieme alla storia della sua città.
- La città della gioia, Dominique Lapierre. La trama: Alla periferia di Calcutta si estende il sobborgo chiamato “Città della gioia”, il quartiere dei diseredati, degli accattoni e dei lebbrosi. In questo mondo ai confini dell’umanità agiscono pochi generosi volontari, tra i quali un giovane chirurgo americano in crisi di identità. Un romanzo che ha imposto per la prima volta all’attenzione del mondo una situazione agghiacciante.– Per ricordare che non ci sono solo le luci in una città, ma anche, e soprattutto, le ombre.
C’è tanto da scoprire, per me, in questo Zeboogle… 🙂