5 Storie d’Inverno

Buon lunedì!
Che dire?
Oramai il freddo, quello vero, ha iniziato a fare capolino sempre più spesso un po’ ovunque.
E noi di ZeBuk vogliamo cercare di rendere le vostre giornate meno buie e tristi.

Come?

Semplice:
Abbiamo selezionato 5 storie che vi porteranno dolcemente verso l’inverno.
Riscaldandovi il cuore, ma anche facendovi appassionare alle vicende dei protagonisti.

Speriamo di essere riuscite ad incuriosirvi con le nostre scelte letterarie.

E, come sempre, vi auguriamo una buonissima lettura!

 

5 Storie d’Inverno

 

  • Storie d’inverno , di Celli Giorgio, Guccini Francesco. La trama: Le battute finali della vita di un professore reso folle dalla morte del figlio, al punto da far uccidere il proprio cane, di cui non sopporta più la vista. Una nottata di bisboccia tra amici negli anni Trenta in un piccolo paese dell’Appennino tosco-emiliano. La “caduta” di una famiglia contadina e della fattoria che la ospitava. Tre storie fra la Padania e l’Appennino che sanno di stagioni, di spighe, camini, bevute, mangiate, strade e stranieri. Storie di amici e forse storie d’amicizia. Un protagonista, l’inverno, la stagione che più porta a respirare le atmosfere dell’introspezione. E personaggi, situazioni, paesaggi che hanno i colori dell’Emilia, l’odore del fuoco di legna, lo stupore delle stalle dove passavano narratori strepitosi. Il motivo della mia scelta: Tre bellissimi racconti tra la via Emilia, la Pianura padana e gli Appennini sullo sfondo di una civiltà contadina che si sforza di sopravvivere nonostante tutto. (angela)

 

  • Il racconto d’inverno, William Shakespeare.La trama: “Il racconto d’inverno”, scritto probabilmente nel 1611, insieme a “La Tempesta”, trae ispirazione da un romanzo d’intrigo e d’avventura che da vent’anni continuava a riscuotere grande successo: Pandosto. Eliminando le parti cupe e sinistre e portando in primo piano i temi a lui cari della perdita e del ritrovamento, della restaurazione dell’innocenza calunniata, del perdono, il genio di Shakespeare ne fa uno spettacolo popolare di altrettanto successo, una sorta di fiaba-commedia “adatta alle lunghe serate d’inverno, che s’estende su un periodo di molti anni e viaggia per molti paesi, una storia malinconica, triste, commovente, ma – scrive Demetrio Vittorini nella prefazione – che fa anche ridere e che tiene in sospeso l’ascoltatore fino all’ultimo e poi gli dà una sorpresa e un lieto fine”. Il motivo della mia scelta: per scoprire ancora una volta il genio di Shakespeare (polepole)

 

  • Il suono della neve che cade, Richard Flanagan. La trama: Nel silenzio di una notte ghiacciata, una donna scende i tre gradini della baracca dove ha sperato di costruirsi una nuova vita. Alle sue spalle risuona il pianto sommesso di una bambina, che lei non sente più. È il 1954 e Maria sparisce lasciandosi dietro solo qualche impronta nella neve spessa dell’inverno australiano. A sua figlia Sonja, che ha soltanto tre anni, non rimane che l’eco di una ninnananna, e l’ombra misteriosa di quella scomparsa. Trentacinque anni dopo, Sonja torna nei luoghi della sua infanzia perché vuole capire le ragioni dell’abbandono. Adesso è lei ad aspettare un bambino, e per essere madre deve spezzare il silenzio e la solitudine di tutti quegli anni. Deve incontrare il padre, che l’ha costretta a fuggire con la sua furia distruttiva, interrogare le persone che hanno cercato di proteggerla, tacendo sul passato. Ora, finalmente, Sonja può affrontare i demoni che hanno perseguitato i suoi genitori: gli orrori della guerra nella patria d’origine, la Slovenia occupata dai nazisti. Ora, finalmente, può dare un significato alle parole della vecchia signora che si è presa cura di lei quando Maria se n’è andata: “L’amore è un ponte, Sonja. E ci sono pesi che certi ponti non possono reggere senza crollare”. “Esistiamo nell’amore degli altri per noi e nel nostro per gli altri. Senza questo, la vita è un nulla infinito, il suono della neve che cade”. Il motivo della mia scelta: Una storia appassionante. L’ideale per trascorrere al calduccio le fredde sere invernali. (silbietta)

 

  • Il ragazzo che dormiva con la neve nel letto, Henning Mankell. La trama: Temprarsi. Ecco l’unico modo per arrivare a cent’anni senza la gobba. E allora Joel, che di anni ne ha tredici, si ripromette di imparare a resistere al gelo e al caldo, di fuggire con il padre dalla monotonia del suo paesino verso un’isola misteriosa e di vedere una donna nuda. Tutto entro la fine del nuovo anno. Intanto solca i mari a bordo di un veliero posato su una mensola, progetta una carriera da Re del Rock e passa le notti alla ricerca del padre ubriaco. Senza sapere che l’avventura più grande lo aspetta nel bosco. Il motivo della mia scelta: Perchè a volte, per vivere grandi avventure, è sufficiente voltare le pagine di un buon libro. (silbietta).

 

  • Un gelido inverno,Daniel Woodrell. La trama: Ree Dolly è una ragazzina delle campagne del Missouri, esile e pallida, e passa le sue giornate prendendosi cura della madre malata e dei fratelli minori. Suo padre, Jessup, è uscito di prigione impegnando la fattoria per pagare la cauzione, e poi ha fatto perdere le proprie tracce. La data del processo si avvicina, e se l’uomo non si presenterà in tribunale, la casa verrà confiscata. È così che Ree, spinta dalla forza della disperazione, indossa un vestitino giallo, il vecchio cappotto nero di sua madre e un paio di anfibi, e parte alla ricerca del padre. Per salvare la vita della sua famiglia e la casa in cui abitano, dovrà sopportare il freddo, la fame, affrontare la violenza e la superstizione di una comunità che si mantiene raffinando cocaina. Il motivo della mia scelta: quando il freddo non è quello atmosferico, ma ciò che si prova dentro…un romanzo da leggere assolutamente. (silbietta)

 

Silbietta
40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

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