
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia.
Era una festa eccezionale, per loro, quell’anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco.
Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei.
E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.
Avevano mandato avanti il fratello più piccolo, Felle, un bel ragazzo di undici anni, dai grandi occhi dolci, vestito di pelli lanose come un piccolo San Giovanni Battista; portava sulle spalle una bisaccia, e dentro la bisaccia un maialetto appena ucciso che doveva servire per la cena.
Il piccolo paese era coperto di neve; le casette nere, addossate al monte, parevano disegnate su di un cartone bianco, e la chiesa, sopra un terrapieno sostenuto da macigni, circondata d’alberi carichi di neve e di ghiacciuoli, appariva come uno di quegli edifizi fantastici che disegnano le nuvole.
Tutto era silenzio: gli abitanti sembravano sepolti sotto la neve.
Il racconto
E’ una raccolta di novelle di Grazia Deledda che comprende: Il dono di Natale – Comincia a nevicare – Forse era meglio… – L’anellino d’argento – La casa della Luna – Il pane – Il cestino dello zibibbo – Il voto – Mirella – Il pastorello – La storia della Checca – Il mio padrino – I ladri – Chi la fa l’aspetti – La fanciulla di Ottàna – Il vecchio Moisè e La sciabica.
Maria Grazia Cosima Deledda è nata a Nuoro, penultima di sei figli, in una famiglia benestante, il 27 settembre 1871. E’ stata la seconda donna a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1926. Morirà a Roma, all’età di 64 anni, il 15 agosto 1936. La narrativa della Deledda si basa su forti vicende d’amore, di dolore e di morte sulle quali aleggia il senso del peccato, della colpa, e la coscienza di una inevitabile fatalità. È stata ipotizzata una somiglianza con il verismo di Giovanni Verga ma, a volte, anche con il decadentismo di Gabriele D’Annunzio, oltre alla scrittura di Lev Nikolaevic Tolstoj e di Honoré de Balzac di cui tra l’altro la Deledda tradusse in italiano l’Eugenia Grandet. Tuttavia la Deledda esprime una scrittura personale che affonda le sue radici nella conoscenza della cultura e della tradizione sarda, in particolare della Barbagia.
Un augurio da parte di ZeBuk
Per questa settiana natalizia e per la prossima ZeBuk sarà online in forma ridotta e tematica.
Cercheremo di augurarvi Buone feste grazie ad autori famosi della letteratura mondiale.
Perchè, oramai lo sapete, per noi un libro è magia.
E vorremmo condividere un pizzico di questa magia anche con tutti voi.
Buone Feste!!
Il dono di Natale
Grazia Deledda
La Riflessione, 2009, € 5,00
ISBN 8885098533