
Raggiungerai il paradiso, allora, quando avrai raggiunto la velocità perfetta. Il che non significa mille miglia all’ora, né un milione di miglia, e neanche vuol dire volare alla velocità della luce. Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità perfetta, figlio mio, vuol dire solo esserci, esser là.
La recensione di Il gabbiano Jonathan Livingston, Richard Bach
Jonathan Livingston è un gabbiano che abbandona la massa dei comuni gabbiani per i quali volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo e impara a eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia. Diventa così un simbolo, la guida ideale di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore; di chi prova un piacere particolare nel far bene le cose a cui si dedica. E con Jonathan il lettore viene trascinato in un’entusiasmante avventura di volo, di aria pura, di libertà.
Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che noi apprendiamo in questo.
Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, con le stesse limitazioni.
Libertà a tutto tondo.
E’ quella che pervade ogni pagina di questo piccolo libro di Richard Bach.
La libertà di seguire la propria strada, le proprie inclinazioni, i propri sogni, senza omologarsi al gruppo, ad una società che ci vorrebbe uno uguale all’altro e privi di personalità.
E’ questo, in breve, il significato de Il gabbiano Jonathan Livingston.
E a volte occorrerebbe sul serio prendere un filino di coraggio e decidersi a percorrere la strada meno facile, quella meno battuta (il famoso sentiero narrato anche da Robert Frost in The Road not Taken).
Perchè sarà faticoso, magari incerto.
Ma la libertà è anche questo:
Dare una possibilità ai propri sogni.
Per scoprire chi siamo veramente.
Il gabbiano Jonathan Livingston
Richard Bach
BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2012, 112 pag., € 10.00