“Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa:che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qualvota qualcuno de’ miei amici o conoscenti dimostrava d’aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo:
“Io mi chiamo Mattia Pascal”.
La storia
Il fu Mattia Pascal fu commissionato a Pirandello a puntate dagli amici della “Nuova Antologia” ( aprile-giugno 1904) con un anticipo di mille lire, venne scritto di notte vegliando la moglie Antonietta Portulano che era a letto perché priva dell’uso delle gambe.
E’ la storia avventurosa e tragica di un morto redivivo, il bibliotecario comunale Mattia Pascal, ed è anche il resoconto della stessa storia.
Mattia Pascal è al tempo stesso protagonista e narratore del suo vivere.
Segue e vede gli atti, diventa parte in causa e cerca di aprirsi uno spiraglio in questo groviglio di eventi e di imprevisti che caratterizzano la vita dell’uomo.
In Liguria a Miragno inizia la storia, in un piccolo e provinciale paese.
Matrimonio sbagliato, casa come un carcere e una famiglia che non lo ama, portano il protagonista alla ricerca di affetti, a disperarsi nel disinteresse dei suoi, nel rancore che si impadronisce di lui. E dopo l’ennesimo litigio con la suocera decide di cambiare la sua vita.
Anche il lavoro provvisorio di bibliotecario e la perdita del suo patrimonio, lo fanno sentire sempre più fallito, “mangiato dalla noia”.
Fugge da casa e le cose finalmente cambiano.
Vince un ingente somma alla roulette di Montecarlo e scopre leggendo il giornale che è stato dichiarato morto per suicidio.
Decide di rompere il cerchio e cancellare la sua vecchia identità di fallito e cambia nome, diventa Antonio Meis.
Ma purtroppo il suo tentativo di rifarsi una vita fallisce presto perché non può sposare la donna di cui si è innamorato Adriana, non può denunciare un furto subito e non può battersi a duello.
Deve reincarnarsi in Mattia Pascal, ritornando al paese, dove nel frattempo la moglie si è risposata. Si ritrova senza famiglia, chiuso in silenzio come in esilio.
Riacquista la sua identità di vivo, delle sue radici e non dovrà più fingere quotidianamente.
Mattia Pascal è il testimone della condizione di uomo prigioniero delle “maschere sociali”, un uomo che non riesce ad essere sè stesso, prigioniero degli altri.
L’autore
Luigi Pirandello nacque nel 1867 a Girgenti da una famiglia siciliana agiata. Studiò al liceo classico di Palermo e poi alla facoltà di Lettere. Nel 1887 studiò all’università di Roma e poi Bonn dove si laureò. Ritorno a Roma dove iniziò a collaborare con alcune riviste “Nuova Antologia” e il “Marzocco”.
Nel 1894 sposò Antonietta Portulano, dalla quale ebbe tre figli. Nel ’97 gli venne affidata la cattedra di stilistica e di letteratura italiana presso l’Istituto Superiore di Magistero.
Dal 1903 iniziò per Pirandello un periodo difficile a causa della rovina dell’azienda paterna.
Intanto pubblica poesie, saggi, romanzi e novelle.
Nel 1922 organizza una raccolta completa delle sue novelle “Novelle per un anno”, rimasto incompiuto perché dovevano esserci una novella per ogni anno, invece ne scrive 218.
Nel ’25 Pirandello lascia l’insegnamento per dirigere il Teatro d’arte di Roma e fondare una sua compagnia.
Nel ’34 gli fu conferito il Nobel per la letteratura.
Nel 1926 morì a Roma.