Quattro etti d’amore, grazie, Chiara Gamberale

Mezzo chilo d’amore da darmi. Ce l’hai? Anzi no, facciamo quattro etti. Mi bastano. E a tutto l’amore che hai tu non tolgono niente.
No? Su, ti prego. Dalli a me. Ti prego. Dammeli. Oggi. Ora. Quattro etti d’amore, grazie

Quasi ogni giorno Erica e Tea s’incrociano tra gli scaffali di un supermercato.
Erica ha un posto in banca, un marito devoto, una madre stralunata, un gruppo di ex compagni di classe su facebook, due figli.
Tea è la protagonista della serie tv di culto “Testa o Cuore”, ha un passato complesso da ex cleptomane, un marito fascinoso e manipolatore.

Erica fa la spesa di una madre di famiglia.
Tea non va oltre gli yogurt light.

Erica osserva il carrello di Tea e sogna: sogna la libertà di una donna bambina, senza responsabilità, la leggerezza di un corpo fantastico, la passione di un amore proibito. Non sa Erica di essere un mito per il suo mito, Tea. Tea di Erica non conosce nemmeno il nome e l’ha ribattezzata “signora Cunningham”, come la mamma di “Happy Days”.

La vita delle due donne scorre contemporaneamente e l’unico contatto è rappresentato dai loro incontri al supermercato, dove entrambe senza neppure scambiarsi una parola confrontano le spese nei loro carrelli, invidiando l’una all’altra la propria vita, fermandosi solo alle apparenze , perché si sa “non tutto è oro quel che luccica.”
Dietro all’eccentricità di Tea e alla sua apparente vita luccicante, si nasconde un senso di inadeguatezza che si porta appresso dall’infanzia e che la fa sentire sempre in difetto. E il suo rapporto col marito Riccardo è di quelli tumultuosi e un po’ infantili, come se fossero Wendy e Peter Pan, eterni bambini alla ricerca dell’Isola che non c’è.
Erica, invece è sempre di corsa. Ha il lavoro in banca, ha la casa da sistemare, i figli da accudire e ogni volta che ha voglia di staccare da tutti i suoi impegni scrive nel gruppo di ex compagni di scuola su Facebook. Ma Tea vede in lei tutto quello che non ha e non ha mai avuto: una famiglia vera, proprio come quella del famoso telefilm.

Non so perchè, ma mi aspettavo di più. Di questa autrice ho già letto “Le luci nelle case degli altri”, che mi aveva molto incuriosita, ma mi aveva lasciata insoddisfatta.
Poi ho ascoltato su RadioDue nel programma di Barbara Palombelli un’intervista in cui Chiara Gamberale presentava questo suo ultimo romanzo e mi aveva di nuovo incuriosito.
L’idea è carina e originale. Ogni capitolo inizia con la lista della spesa di una delle due protagonista e da ogni lista si capisce un po’ in più della sua vita.
E’ un romanzo “leggero” che nasconde temi molto importanti, reali e attuali ma il risultato è qualcosa di contorto, un insieme di osservazioni banali sulla vita. Il finale che resta un po’ sospeso non aiuta la storia, anzi… la rende più anonima.

Quattro etti d’amore, grazie
Chiara Gamberale
Mondadori, 2013, p. 242, €. 17,00

Per acquistare:

RanocchioMonello
Un ranocchio tatuato sulla spalla mi ricorda che sono monella... anche ora che sono mamma!

6 COMMENTS

  1. Buongiorno ,
    è difficile fare una recensione su un libro contorto e non finito .Il peggior acquisto che abbia mai fatto
    Deborah

  2. la lettura deve essere un piacere..un momento di puro appagamento..soddisfazione..benessere.questo libro nn mi ha dato nulla di tutto cio.Leggere la lista della spesa e le chiaccharate su facebook della protagonista nn penso interessi a molti.banale,noioso,e oltretutto anche costoso!.assolutamente da sconsigliare.

  3. io non l’ho ancora finito ma, per ora, non mi sta convincendo. Il modo in cui usa la punteggiatura è irritante. Anni fa lessi “Una vita sottile” e anche in quel caso non mi convinse per nulla.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here