
La valle della Salinas è nella California settentrionale. E’ un canalone lungo e stretto tra due file di monti, e il fiume Salinas si snoda e si contorce lungo tutta la valle fino a sfociare nella baia di Monterey.
Ricordo i nomi che da bambino davo alle erbe e ai fiori nascosti. Ricordo dove si trova il rospo e a che ora si svegliano d’estate gli uccelli-e l’odore degli alberi e delle stagioni-che aspetto aveva la gente e come camminavano; ricordo anche il loro odore. La memoria degli odori è molto tenace.
Ricordo che i monti Gabilan a oriente della valle erano monti lievi e allegri, pieni di sole, amabili e quasi invitanti; ti veniva voglia di arrampicarti per i loro caldi contrafforti come quando si vuol salire in grembo a una madre adorata.
La recensione di La valle dell’Eden di John Steinbeck
La valle dell’Eden fu scritto nel 1952 ed ebbe subito un enorme successo tra i lettori.
Steinbeck lo considerava il suo capolavoro nonché il romanzo dove si sommavano tutte le tematiche affrontate nei lavori precedenti.
Un’opera, questa di Steinbeck, che seguendo le vicende delle due famiglie indaga l’animo umano e le scelte che è portato a fare.
Due famiglie, i Trask e gli Hamilton, si trasferiscono nella valle di Salinas in California.
Gli Hamilton, venuti dall’Irlanda in cerca di fortuna, sono poveri e sfortunati con la fattoria che produce poco e niente.
I Trask, provenienti dal Connecticut, hanno due figli: Adam e Charles, fratellastri e molto diversi tra di loro.
I personaggi tratteggiati dallo scrittore sono variegati.
C’è Charles, invidioso del fratellastro fino ad essere brutale.
Adam, più malleabile e buono.
E poi c’è Cathy uno dei personaggi più cattivi mai descritti. Una cattiveria pura quella di Cathy.
Un personaggio che segue il proprio istinto di sopravvivenza e che non si ferma davanti a nulla.
La mia opinione su La valle dell’Eden di John Steinbeck
Steinbeck è uno dei miei scrittori preferiti, da sempre.
Amo le sue storie, le sue descrizioni di quel mondo rurale della California e di quell’umanità variegata fatta di perdenti, audaci e ribelli.
La valle dell’Eden poi è un libro comprato in una domenica di cielo cupo e temporale burrascoso negli anni dell’università.
Un libro che si legge in pochissimo tempo anche se corposo perché avvincente.
Steinbeck ha uno stile che non diventa mai pesante pur affrontando tematiche importanti e questo rende la lettura scorrevole e piacevole.
Molti i parallelismi con la Genesi a cominciare dal titolo originale dell’opera, quell’East of Eden preso direttamente da un versetto biblico.
La valle dell’Eden è un romanzo importante che narrando della vita dei suoi molteplici personaggi porta sotto gli occhi del lettore tanti aspetti, soprattutto quello della libertà: la libertà di scegliere tra il male e il bene.
Guarda un po’, in tutta la storia si è insegnato agli uomini che uccidere è una cosa cattiva e da disapprovare. Chiunque uccide deve essere annientato perché uccidere è un grande peccato, forse il peggiore di tutti. E poi si prende un soldato e gli si dà in mano la morte e gli si dice “fanne buon uso, fanne un uso saggio”. Non gli si impongono restrizioni. Vai e ammazza il più possibile di una certa specie o categoria di tuoi fratelli. E noi ti ricompenseremo perché questa è una violazione della tua prima educazione.
Il trailer de La valle dell’Eden
Nel 1955 Elia Kazan diresse l’adattamento cinematografico dell’opera con James Dean come protagonista.
Il film racconta l’ultima parte del romanzo e non è fedelissimo alla storia.
La valle dell’Eden
John Steinbeck
Mondadori, 2001, p. 680
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