
Tutto il giorno Efix, il servo delle dame Pintor, aveva lavorato a rinforzare l’argine primitivo da lui stesso costruito un po’ per volta a furia d’anni e di fatica, giù in fondo al poderetto lungo il fiume: e al cader della sera contemplava la sua opera dall’alto, seduto davanti alla capanna sotto il ciglione glauco di canne a mezza costa sulla bianca collina dei Colombi.
Eccolo tutto ai suoi piedi, silenzioso e qua e là scintillante d’acque nel crepuscolo, il poderetto che Efix considerava più suo che delle sue padrone: trent’anni di possesso e di lavoro lo han fatto ben suo, e le siepi di fichi d’India che lo chiudono dall’alto in basso come due muri grigi serpeggianti di scaglione in scaglione dalla collina al fiume, gli sembrano i confini del mondo.
la recensione di Canne al vento di Grazia Deledda
Le dame Pintor, Ruth, Ester e Noemi, abitano la casa di famiglia.
Oppresse dai debiti e dalla povertà, la morte del padre le ha lasciate in difficoltà, hanno come principale fonte di sostentamento un pezzetto di terra coltivata e sorvegliata dal fedele servo Efix.
Un giorno arriva un telegramma dal continente a turbare il loro piccolo mondo: Giacinto, figlio di Lia, la sorella Pintor scappata dalla Sardegna per prender parte alla festa della vita, sta per arrivare.
Le tre sorelle sono titubanti ma le rassicura la promessa di Efix di occuparsi del giovane e di cacciarlo se mai dovesse creare problemi.
L’arrivo di Giacinto, questo nipote sconosciuto, sconvolgerà la loro vita.
La mia opinione su Canne al vento di Grazia Deledda
Canne al vento è probabilmente il romanzo più famoso di Grazia Deledda e venne scritto nel 1913.
Il titolo, evocativo di quella bellezza rurale così presente nel romanzo, si riferisce al destino degli uomini che come le canne spinte dal vento non possono decidere dove andare e cosa fare. Dio, cioè il vento, decide per loro e a nulla valgono gli sforzi del singolo.
Il romanzo è bellissimo.
Vi emerge una Sardegna impregnata di antiche credenze e di religiosità dove gli anziani rimangono a vegliare la casa perchè il folletto non se ne appropri e dove le feste religiose durano giorni e giorni,
Un mondo di arcana bellezza fatto di venti forti e pietre bianche e dure che tagliano i piedi.
Il personaggio del fedele servo Efix è struggente.
Legato alla famiglia per un misto di devozione servile, amore e senso di colpa, è la figura principale del romanzo.
Lavora per le dame Pintor senza venire pagato e si fa carico di riuscire a risolvere tutti i loro problemi.
Ho trovato questo romanzo di rara bellezza sia nelle descrizioni dei luoghi che nella narrazione degli avvenimenti.
Una storia di dolore, colpa e rinascita che consiglio veramente a tutti.
La serie tv Canne al vento
Nel 1958 la Rai mandò in onda lo sceneggiato Canne al vento diretto da Mario Landi.
Canne al vento
Grazia Deledda
Mondadori, 2001, p. 238, €. 8,00
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