L’atlante dell’invisibile, Alessandro Barbaglia

Avevamo quarantadue anni quando rapimmo la luna, ma a essere precisi, quarantadue anni, li avevamo in tre: quattordici io, quattordici Ismaele e quattordici Sofia. 
Eravamo adulti un terzo a testa: ecco perché ci siamo riusciti, perché non era ancora troppo tardi. 

La recensione di L’atlante dell’invisibile, Alessandro Barbaglia

Una sera di fine estate nel 1989, Ismaele, Dino e Sofia rapiscono la luna in segno di protesta.

Vivono a Santa Giustina ai piedi delle Dolomiti, un paese che presto verrà sommerso da un lago artificiale.

Nel 1946 quando fu progettata la diga gli abitanti non accettarono di trasferirsi e rinunciarono ai benefici promessi.

Proprio in quell’anno Elio e Teresa si sono conosciuti nel bar Sport pieno di gente che guardava Sanremo e da allora non si sono mai piu’ lasciati.

Sia loro due che i quattordicenni si chiedono dove finiscono le cose, l’amore e il dolore.

Elio costruisce mappamondi inventati dove abita l’invisibile mentre Teresa corregge tutto. Ismaele, Dino e Sofia cercano di vedere l’invisibile attraverso un gioco segreto.

Un romanzo dove amore, dolore e infanzia ci fanno sognare e commuovere. Un po’ surreale ma che aiuta ad alleggerire i pensieri.

Buona lettura!

L’atlante dell’invisibile
Alessandro Barbaglia
Mondadori, 2018, p. 204, € 17,00

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angela
Classe 1972, mamma di due adolescenti, moglie, assistente personale del direttore di una casa editrice, segretaria di una scuola di musica, amante dei libri e della musica.

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