Quando Patty andava al college, Jean Webster

“Come diamine”, domandò Georgie, “li avete costretti a lasciarvi fare tutte queste cose? Oggi ho attaccato tre innocenti puntine da disegno e Peters, incollerito, è sceso e ha detto che mi avrebbe fatto rapporto se non le avessi tirate fuori”.
“Noi non chiediamo mai”, spiegò Patty. “È l’unica possibilità”.

La recensione di Quando Patty andava al college di Jean Webster

Quando Patty andava al college è un romanzo diviso in 15 capitoli.
15 ritratti di Patty durante i quattro anni di college. Ritratti che mettono in luce la sua ironia, arguzia, capacità di destreggiarsi tra studio, impegni sociali, rapporti con le altre allieve e con i docenti senza mai prendersi troppo sul serio.
Patty è spiritosa, a tratti un po’ troppo burlona, capace di grandi gesti coraggiosi, come affrontare professori o trovare modo e maniera di rimandare un esame senza perdere la faccia. Dimostra di essere uno dei punti di riferimento del College in grado di non prendersi mai troppo sul serio.

Jean Webster scelse di raccontare ciò che conosceva meglio nel suo primo libro e il ritratto che esce dalle sue pagine è meravigliosamente vivo e vibrante. Patty è una forza della natura, ti colpisce dalla primissima pagina ed è impossibile non adorarla.
Il College in quegli anni per le ragazze era una sorta di microcosmo dove si saldavano amicizie, si faceva sport e si studiava. Molte ragazze una volta finiti gli studi ritornavano a casa per sposarsi ma il college rappresentava l’ultima, grande evasione prima di una vita reale fatta di amici dei genitori, visite di cortesia, matrimonio e figli. Gli anni del college rappresentavano la spensieratezza, il sogno di una vita diversa da quella che si era lasciata a casa.

La mia opinione su Quando Patty andava al college di Jean Webster

Quando Patty andava al college è il primo romanzo di Jean Webster, pubblicato nel 1903. La traduzione di Sara Staffolani pubblicata da Flower-ed nella collana Five Yards si basa sulla prima edizione americana.
L’autrice si ispirò alla sua esperienza di studentessa al Vassar College di Poughkeepsie. E proprio al college la scrittrice, che si definiva, come la stessa Patty, uno squalo in inglese, si dedicava a scrivere resoconti ironici per il Poughkeepsie Sunday Courier.

Ah, gli anni dell’università, che nostalgia! Le chiacchierate, i confronti in biblioteca, le risate sonanti nei corridoi, le interminabili file al bagno e il pranzo a base di panini consumato sulle panche sotto le finestre.
Che anni meravigliosi! Pieni di luce, di speranza, di bellezza.
Leggere il libro di Jean Webster è stato come fare un tuffo nel mio passato. Certo il college frequentato da Patty è molto diverso dal dipartimento di Studi orientali di Lettere de La Sapienza però io mi sono sentita esattamente come allora: viva, divertita e piena di idee. E avrei tanto voluto avere per amica una come Patty perché chissà quali fantastiche storie avrebbe potuto raccontare sulla fauna umana che popolava i corridoi e le aule.

Patty era proprio così: capace di essere se stessa senza però diventare mai scontata ma in grado di stupire anche chi la conosceva bene. E se nell’ultimo capitolo Jean Webster sembra far diventare la nostra eroina una giovane tranquilla e poco incline alla fantasia io invece voglio credere che Patty stia semplicemente, con un colpo da maestra quale era, dandoci prova della raffinata arte del “folklore locale”.

Buona lettura.

SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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