Il volto di pietra, William Gardner Smith

Ovunque si trovasse, quel volto era suo nemico; e chiunque temesse, combattesse o soffrisse a causa di quel volto, era suo fratello.

La recensione di Il volto di pietra di William Gardner Smith

Simeon, giornalista afroamericano, si trasferisce a Parigi. Siamo nel 1960 e Simeon è affascinato dalla città europea e da quell’aria priva di razzismo ad ogni angolo. Per lui, nero nato a Philadelphia cresciuto respirando razzismo, camminare per la strada senza essere fissato, sedersi in un locale senza temere di essere cacciato, vivere insomma una vita da bianco pur essendo nero è qualcosa di eccezionale.

Parigi è una città dove si sta bene e il ragazzo incontra molte persone con cui diventerà amico. Altri americani come lui, francesi, una ragazza ebrea polacca di cui si innamorerà e infine un ragazzo algerino che gli apre gli occhi.
Perché se è vero che lui, anche se nero, è accettato come se fosse un bianco, anche Parigi ha un volto razzista che sa nascondere molto bene.

Ahmed, il giovane algerino con cui Simeon fa amicizia, gli racconta della guerra tra Francia e Algeria, del modo in cui gli algerini vengono ghettizzati in Francia. Dei campi di lavoro, delle prigioni, delle torture che i poliziotti, gli stessi che trattano con gentilezza Simeon, riservano agli arabi.

Dunque il razzismo può avere molti aspetti? E nel caso, cosa fare? Continuare a vivere a Parigi, beandosi unicamente della propria buona sorte, o prendere coscienza di quanto il mondo sia sempre lo stesso ovunque si vada e decidere di tornare in patria per contribuire al cambiamento?

La mia opinione su Il volto di pietra di William Gardner Smith

Ispirato alla vita dell’autore, Il volto di pietra racconta il razzismo e la voglia di combattere.  Inoltre è uno dei primi resoconti del massacro di Parigi del 1961 dove più di cento francesi di origine algerina, durante una protesta, furono uccisi dalla polizia francese.

È un romanzo molto bello che regala profonde riflessioni su come vediamo il mondo e lo decodifichiamo, su cosa significhi razzismo e su come alcuni pregiudizi possano essere tanto radicati in una società da non essere decifrati come razzisti.

Quando i francesi tentano di spiegargli che il razzismo statunitense verso i neri non ha niente a che vedere con l’atteggiamento dei francesi verso gli algerini Simeon è sconcertato. Per loro quello non è razzismo ma una questione di politica. C’è una guerra in atto, gli algerini sono i nemici quindi non possono essere vittime di razzismo. E allora l’odio degli arabi verso gli ebrei? Anche quello può essere giustificato dalla storia?

Per Simeon la risposta è sempre no. Tutto è razzismo: il bianco americano che dà ordini al nero, i francesi che guardano con disprezzo gli algerini, gli arabi che parlano male degli ebrei. E chiunque è vessato e umiliato in base alla provenienza per Simeon è un fratello.

Gli oppressori hanno tutti la stessa faccia per il ragazzo, hanno un volto di pietra. Come il ragazzo polacco che lo ha ferito all’occhio da adolescente, come il poliziotto che lo ha picchiato mentre lavorava, come il gendarme francese che bastonava una donna con un bambino. Sono volti di pietra, sfatti dalla rabbia, volti che di umano non hanno niente.

William Gardner Smith ci ha lasciato un libro coraggioso che grida a gran voce: il razzismo esiste, anche quando non ci tocca da vicino. Cambiare la società  è possibile? Certo, ma non sarà facile. Intanto si può iniziare a prendere coscienza, come accade a Simeon. E poi, un passo alla volta, iniziare il cambiamento.

Buona lettura.

Il volto di pietra
William Gardner Smith
Edizioni Clichy, 2024, p. 248, €. 21,00

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SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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