La natura infuriava incontrastata, senza che nessuno le opponesse resistenza. I lapponi restavano in piedi solo grazie al loro coraggio; ma cosa può fare il coraggio, se non è sorretto dalla speranza? E la speranza di tutti loro era Einar.
La recensione di Il lungo viaggio di Einar di Alberto Manzi
Einar Wallquist è un dottore ed esercita in Lapponia. Il suo studio è un minuscolo puntino sulla mappa e l’uomo è l’unico medico in un territorio vasto e selvaggio.
I lapponi sanno che su Einar si può sempre contare sia che si tratti di accompagnare i malati in elicottero all’ospedale di Stoccolma sia che sia necessario camminare per chilometri in mezzo alla neve. Einar arriva sempre.
Quindi quando una chiamata nel cuore della notte lo avverte che un cacciatore è rimasto ferito il dottore parte subito con la sua slitta. È buio e imperversa una delle peggiori tempeste degli ultimi tempi. Non si vede nulla, solo ghiaccio e neve per chilometri ma Einar sa che non può fermarsi per nessun motivo perché la vita di un uomo dipende da lui.
La mia opinione su Il lungo viaggio di Einar di Alberto Manzi
Definito il romanzo perduto di Alberto Manzi, Il lungo viaggio di Einar ha una storia editoriale particolare. Infatti questa nuova edizione si basa sulla traduzione tedesca del libro perché l’originale italiano è, appunto, andato perduto.
Come scrive l’autore nell’Introduzione, e ricordo che quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita del Maestro Manzi, Einar è un personaggio reale e anzi se volete saperne un po’ di più vi consiglio di cliccare su The silvermuseet.
Il libro racconta la lunghissima marcia di Einar e i mille imprevisti che lui e la sua slitta, su cui trasporta un malato, incontrano durante la terribile tempesta di neve. È una storia di coraggio ma soprattutto di determinazione, un inno a chi non si ferma davanti alle difficoltà ma crede nel fare, anche quando tutto sembra remare contro.
Buona lettura.
Il lungo viaggio di Einar
Alberto Manzi
Gallucci, 2024, p. 128, €. 12,90
