Non superare le dosi consigliate, Costanza Rizzacasa D’orsogna

Pane e derivati. Dal fornaio si può ordinare la merenda, come la briochina o la ciambella, se vuoi esagerare c’è la treccia, che costa di più perché ha l’uvetta. Ma a me piace il pane di paese, soprattutto il filone che si trova la domenica agli angoli del centro, nei furgoni, in grandi ceste di plastica. Adoro la mollica del filone, anche se mamma dice di toglierla che ingrassa. Adoro masticare il pane. Se il pane è buono non hai bisogno d’altro.

La recensione di Non superare le dosi consigliate di Costanza Rizzacasa D’orsogna

Matilde cresce con la paura di mangiare. Tutto è contato dentro casa. La madre controlla la dispensa e nasconde merendine e cibo considerato poco sano. Vomita anche ogni giorno. È proprio la madre a iniziare Matilde all’uso quotidiano del Dulcolax, lassativo che regala vita sottile e stomaco vuoto.

Mangiare è un circolo vizioso: si mangia e si vomita oppure si digiuna, dipende dalle fasi. Così il peso di Matilde oscilla costantemente e anche la sua insicurezza.
Finché dopo aver raggiunto i 131 kg e non essere uscita di casa per tre anni decide di dimagrire e di riprendersi la sua vita.

La mia opinione su Non superare le dosi consigliate di Costanza Rizzacasa D’orsogna

Leggere questo libro è stato come tornare indietro. Sono alle medie e la compagna che la madre tiene a stecchetto ruba le merendine dai nostri zaini. Sono in prima superiore e c’è chi si vanta di non avere più le mestruazioni perché mangia talmente poco che non le vengono più. Ho quindici anni e a scuola tutti parlano della ragazza di qualche anno più grande che è ricoverata per anoressia, pesa come una bambina delle elementari, e non ce la fa più nemmeno a camminare. C’è chi va avanti solo a caffè e l’amica che con i lassativi ha rischiato grosso.
Il mondo in cui è immersa la protagonista di Non superare le dosi consigliate  Costanza Rizzacasa D’orsogna lo conosco bene, il mondo delle ragazze anni ottanta e novanta a cui tutti dicevano come dovevano essere e allora ecco che eri un anno magrissima, un anno così così, due anni dopo grassa e via ancora a ricominciare.

Guardo la società di adesso, le belle parole contro il fat shaming e a un’occhiata superficiale tutto sembra a posto. Viva ogni corpo! Viva come sei! Però poi scrollo Instagram e mi chiedo – Non è forse Instagram la casa dell’Aesthetic dove più dei contenuti vale l’apparenza? Leggo un’intervista a un’attrice e tutti le chiedono la stessa cosa –  Com’è recitare scene di nudo con un corpo grasso? Ma allora il body positive ha davvero ribaltato la situazione o forse la strada per svincolarsi da qualunque canone estetico è ancora lunga e tortuosa e altre mille e mille Matilde combatteranno ogni giorno contro i giudizi di familiari, amici, conoscenti e sconosciuti che si credono autorizzati a criticare un corpo che non si conforma al loro canone?

Quello di Matilde è un racconto vero e duro che un po’ fa male al lettore che vorrebbe abbracciarla e confortarla, buttarle il Dulcolax e dirle che un corpo magro non è la soluzione.

Il libro non segue una linea temporale precisa ma si muove sull’onda dei ricordi e tratteggia un dramma familiare e personale lungo una vita intera. Il cibo come nemico e conforto, come vergogna da ributtare subito fuori col vomito indotto o con il lassativo e la paura di essere amata davvero perché in fondo un corpo grasso nessuno lo vuole.

Che cosa reclama la protagonista in tutta la narrazione? Chiede amore: al padre che sembra distante, alla madre che rimpiange la carriera perduta, faceva la modella a sedici anni e si vantava dei polsi sottilissimi. Soprattutto Matilde dimentica troppo spesso di amarsi per prima, di mettersi al primo posto.

Non superare le dosi consigliate è un libro che grida forte quanto male può fare sentirsi sbagliata e inadatta, così sbagliata da non meritare amore, così sbagliata da accettare tutto, anche il male che gli altri ci fanno perché un corpo obeso non ha diritto alla felicità.

Buona lettura.

Non superare le dosi consigliate
Costanza Rizzacasa D’orsogna
Guanda, 2020, p. 272, €. 18,00

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SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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