Avrei detto che a quest’ora il sole si arresta nel suo corso per contemplare le danze dei satiri e delle loro sorelle. Avrei detto così. Perché il mezzogiorno è l’ora immobile e mi sento come fossi imprigionata da questa pioggia di luce, da questi raggi che cadono perpendicolari e sembra schiaccino ogni cosa, e le mie spalle bruciano come ferite. Immobile in questa piazzetta d’agosto quasi fossimo soli: io e Lei, la Cattedrale di Otranto. Lei a offrirmi rifugio da questi dardi di calore, mandati da un dio della luce.
Questo mese parliamo di Istantanee di viaggio, su Zebuk. E tra i libri che ho letto quest’estate, Otranto di Roberto Cotroneo è di sicuro quello che riassume meglio il concetto del tema che abbiamo proposto al rientro dalle vacanze, per gustarsi ancora un po’ di quella magia dell’estate appena trascorsa: descrizioni dei luoghi, brevi, intense, che ti trasportano immediatamente lì, assieme ai protagonisti del romanzo. Andiamo a Otranto, allora, passeggiamo in quelle stradine strette, annusiamo l’aria, sorprendiamoci con scorci inaspettati. E conosciamo una storia antica e misteriosa…
Il personaggio cardine di questo libro, Velli (Helena il suo nome), parla. Parla tanto, a ruota libera, in preda ad una febbre che la porta di continuo a meditare sulla sua vita personale, mentre lavora al restauro del meraviglioso e misterioso mosaico che si trova nella cattedrale di Otranto.Con il suo racconto, Velli ci trasporta nella città più a Oriente d’Italia, Otranto, imbiancata dalla calce e dal sole, fitta di misteri e di fantasmi, legata a doppio nodo ad una storia violenta che viene dal passato: quella dei turchi, che arrivarono qui il 12 agosto 1480 e tagliarono le teste di 800 martiri, che avevano rifiutato di convertirsi all’Islam dopo la caduta della città.
Suggestivo l’intreccio tra luce e ombra, che si legge nelle parole e nei ritmi veloci-lenti del libro: il padre di Helena (Velli) era un pittore, copiava le opere di Rembrandt, di Vermeer, di Rubens, di Velazquez, e sapeva bene come usare la luce ed i colori:
(…) in fondo a quella strada c’era un mare analogo a quello che potevo vedere ogni giorno, uscendo dalla Cattedrale. Un mare bianco, acceso: si dice bianco d’argento. Lo diceva mio padre, che ci voleva quello per fare delle copie di Rubens. (…) Mio padre non usava il bianco d’argento, ma diceva che Rubens sapeva renderlo così luminoso che gli altri bianchi sembravano grigi (…) E il muro che sfiorava la mia spalla aveva il colore di Velasquez
E Otranto – come molte città salentine – è bianca di un bianco accecante:
(…) c’è soltanto luce. La luce che domina Otranto come un alchimista domina i propri elementi. Come fossi privata degli altri sensi comando i miei pensieri ordinandoli per cromatismi, non per successioni cronologiche.
Velli racconta, a metà tra il sogno e la realtà, tra l’incubo e la suggestione, di un mondo che le appare e le fa venire in mente ricordi che non sapeva di avere, nella torrida estate salentina, in quella città più ad Oriente che mai, abitata da fantasmi imprigionati e condannati a rivivere le stesse scene finché qualcuno non verrà a liberarli, finché qualcuno non verrà a riconoscere la verità. E raccontando, Velli svela al lettore molti dei misteri che si nascondono in questa splendida città, legati alla sua storia passata: il mosaico-pavimento della Cattedrale, la Torre del Serpe, l’Ipogeo di Torre Pinta. Per non parlare dei bastioni della città e dei suoi vicoli, stretti e tortuosi. La sua storia, pian piano, ricostruisce due mosaici: da una parte quello reale, per cui è stata chiamata in questo posto così lontano, finis terrae, dall’altra quello virtuale della sua vita, piena di misteri e stranezze, di suggestioni e di coincidenze.
Consigli di viaggio
Se non siete mai stati a Otranto dovete farlo, urgentemente. Città sul mare con mura possenti. Mare di cristallo e vicoli di pietre consumate. Il vento che ti sorprende appena giri l’angolo e tu che ti scopri disorientata da tutta la luce che ti trovi intorno.
Poi ci sono i profumi, le voci che parlano greco, spagnolo, albanese, le tante leggende, i misteri. Il fascino di quel mosaico, che copre tutto il pavimento della cattedrale. E un castello che ha ispirato il primo romanzo gotico della storia.
Il libro che abbiamo appena raccontato portatelo con voi in viaggio, potrebbe anche farvi da guida turistica… 😉
Otranto
Roberto Cotroneo
Mondadori, 2009, pag. 224, € 9,00
EAN: 9788804590187
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