Il cacciatore di aquiloni

Anche se nel corso degli anni ho visto moltissimi cacciatori di aquiloni, Hassan era di gran lunga il migliore.
Si dirigeva con impressionante sicurezza verso il punto in cui pensava sarebbe atterrato il suo obiettivo, molto prima dell’atterraggio, come se avesse una bussola interna.
Ricordo un giorno gelido in cui davamo la caccia a un aquilone insieme. Io inseguivo Hassan attraverso i vari quartieri, saltando i canaletti di scolo e infilandomi in vicoli strettissimi. Avevo un anno di più, ma lui correva più veloce.
“Hassan! Aspettami!” urlavo.
Si voltò facendomi un gesto con la mano. “Di qui” mi ordinò prima di sparire dietro un angolo. Guardando in alto vidi che andava nella direzione opposta a quella in cui stava scivolando l’aquilone.
“Così lo perdiamo!” gli gridai.
“Fidati!” Lo sentii rispondere senza voltarsi. Lo vedevo correre a testa bassa, senza neppure guardare in cielo, con la camicia intrisa di sudore. Inciampai in un sasso e caddi. Non solo ero meno veloce di Hassan, ero anche più goffo. Gli invidiavo la sua naturale agilità.

Una storia di amicizia, di fiducia tradita, di pentimento ed espiazione.
Un romanzo drammatico, intenso, una storia che resta impressa nel profondo dell’anima. Come una cicatrice.

Note sul libro

Il cacciatore di aquiloni è il primo romanzo dello scrittore americano di origine afgana Khaled Hosseini, pubblicato in Italia dalle Edizioni Piemme nel 2004. E’ ambientato in Afghanistan e racconta la storia di due bambini di diverse etnie. Il primo è Amir, l’io narrante, un ragazzo afgano di etnia Pashtun; il secondo è Hassan, di etnia “hazara”, che, insieme al padre Ali, presta servizio nella casa di Amir.
(Fonte: Wikipedia)

Silbietta
40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

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