Nero a Manhattan, Jeffery Deaver

Come una culla, il furgone mortuario lo faceva oscillare dolcemente.
Il malandato veicolo procedeva scricchiolando lungo una strada di campagna, asfalto screpolato e gibboso. Gli pareva che quel viaggio durasse da alcune ore ma non si sarebbe stupito scoprendo che si trattava invece di giorni o settimane. Poi ci fu uno stridio di freni consumati e si sentì sballottare da una brusca svolta. Adesso erano sul fondo liscio di una statale, e in rapida accelerazione.
Sfregò il volto contro un’etichetta satinata all’interno della sacca. Non poteva vederla in quel buio ma ricordava le parole elegante intessute in nero su giallo.

Togliere di mezzo Robert Kelly, un anziano e solitario signore il cui unico passatempo consiste nel guardare e riguardare lo stesso vecchio film giallo, si direbbe un gioco da ragazzi per una coppia di veri professionisti come Haarte e Zane. Peccato che anche i lavoretti più facili a volte possano riservare imprevisti. In questo caso l’imprevisto si chiama Rune, ha vent’anni, è bella ed eccentrica, cambia lavoro con la stessa disinvoltura con cui cambia colore di capelli. E, soprattutto, è troppo curiosa e ostinata per tenersi lontano dai guai. È lei che, nella scalcinata videoteca del Greenwich Village in cui lavora, ha dato a noleggio a Kelly il solito film, “Nero a Manhattan”, che il vecchio stava guardando nel momento in cui, nel suo appartamento, è stato freddato con tre colpi di pistola. Ed è sempre lei – che con il vecchio ha stretto un’improbabile quanto sincera amicizia – a nutrire il sospetto che nei fotogrammi in bianco e nero di quella vecchia pellicola possa celarsi la chiave per svelare il mistero della sua morte. Rune si getta così in una pericolosa indagine privata, che, tra equivoci e scambi di persona, porterà alla luce la verità che si cela dietro un omicidio apparentemente inspiegabile. Con “Nero a Manhattan” Jeffery Deaver costruisce un intreccio intenso e d’atmosfera come un noir degli anni Quaranta, che avviene svelando il volto di una New York insolita e affascinante.

L’opera prima di Deaver.
Prima di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs.
Nero a Manhattan porta il lettore attraverso le strade di Manhattan, dritto nel cuore del thriller.
Il colpo di scena finale è, come sempre, il marchio di fabbrica di Deaver, così come il ritmo incalzante.
Sembra di essere un po’ in quei noir anni ’40-50 con i detective e l’immancabile sigaretta e le dark ladies.
Certo, siamo un po’ distanti dalle indagini mozzafiato alle quali ci ha abituato con i libri successivi.
Ma è senz’altro una grande opera prima.

Nero a Manhattan
Autore: Jeffery Deaver
2009, Rizzoli, 350 pag
ISBN 9788817029339

Silbietta
40enne, mamma di una ex Vitellina, moglie di un cuoco provetto. Le mie passioni: lettura e scrittura. E ZeBuk. Fresca Expat in quel di Londra, vago come un bambino in un negozio di giocattoli nei mercatini di libri usati. Forse è questo il Paradiso!

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