Jackson è un nero religioso e un po’ allocco. Imabelle una bomba di sesso e malizia. Lei lo ha messo nelle grinfie di una banda di truffatori. Dopo essersi fatto soffiare i risparmi, Jackson si rivolge al fratello Goldy, un tossicomane travestito da suora, che spaccia droga e vende biglietti pieni di strane premonizioni. Entrano in scena Ed Bara e Jones Beccamorto, due poliziotti che assomigliano a due “allevatori di maiali venuti a passare ilweek-end nella Grande Mela”. Un viaggio stravolto nella giungla urbana di una metropoli che potrebbe essere ovunque. Basta guardare per strada, in qualsiasi quartiere, appena fuori dal centro, lastricato dalle vetrine multinazionali, e la tragi-commedia è lì.
Giallo nero, come l’atmosfera che si respira, come l’autore. E dell’autore si ritrovano le vicissitudini, che i suoi problemi con la giustizia li ha avuti davvero. Ce n’è per tutti in questo bellissimo romanzo: si sentono gli odori dei bassifondi del più nero dei quartieri di NYC, succede di ridere e di saltare sulla sedia, qualche volta volano via alcune teste. Vengono sbeffeggiati i bianchi, ma niente di meno tocca ai neri troppo idioti da credere solo a Dio e alla loro pistola. La scrittura è impeccabile, e la location potrebbe essere tra le mille Harlem del mondo; un noir fuori dagli schemi, ma cinico e cattivo come piace a noi, precursore di molti best seller successivi. “Un maestro equiparabile a Hammett, Chandler, Poe o Simenon” e se lo dice Manuel Vázquez Montalbán possiamo crederci!
Ne è stato tratto anche un film nel 1991, con un grande cast di attori di colore ma senza grandi risultati artistici: come per la maggioranza delle volte, il libro non ha rivali.
Buona lettura e a rileggerci!
Rabbia a Harlem
Chester Himes
Dati: 2004, 223 p., brossura, 2° ed
Editore: Marcos Y Marcos (collana Gli Alianti)