Chissà cosa succedeva nella casa abbandonata. Forse c’erano le streghe, nude e vecchie, che stavano intorno al buco a ridere senza denti e forse tiravano fuori dal buco il bambino e lo facevano ballare e gli tiravano il pesce. Forse c’era l’orco e gli zingari che se lo cucinavano sulla brace. Non sarei mai andato là sopra di notte per tutto l’oro del mondo. Mi sarebbe piaciuto trasformarmi in un pipistrello e volare sopra la casa. O mettermi l’armatura antica e salire sulla collina. Con quella addosso le streghe non mi potevano fare niente.
La recensione di Io non ho paura di Niccolò Ammaniti
Michele, nove anni, si ripete spesso cose di questo tipo per farsi coraggio.
Oppure immagina di essere Tiger Jack, l’intrepido e coraggioso amico indiano di Tex Willer, che non teme nessuno e come un puma scivola silenzioso alle spalle dei nemici.
Perché ci vuole una gran dose di coraggio per tornare in quella casa dietro la collina dove c’è LUI, un bambino della sua stessa età, nudo, sporco, incatenato.
Ma chi è? E chi l’ha messo là dentro?
Michele diventerà amico di quel bambino prigioniero e scoprirà che si chiama Filippo, figlio di un industriale del Nord, e che è stato sequestrato per soldi.
La mia opinione su Io non ho paura di Niccolò Ammaniti
Questo libro è bellissimo e scritto in modo ineccepibile.
Dall’inizio, con la gara di biciclette su per la collina tra il grano alto, riesce a tenere il lettore incollato alle pagine e ricrea esattamente il mondo dei giochi dell’infanzia e le ferree regole che lo governano.
Un’estate torrida tra la campagna del sud gialla di grano e erba secca, la luce bianca del sole, l’afa, gli occhi innocenti dei bambini che tutto osservano e cercano di spiegare il mondo nella maniera meno dolorosa possibile soprattutto quando l’orco cattivo vive in casa con loro.
Buona lettura.
Io non ho paura
Ammaniti Niccolò
Einaudi, 2007, p. 219, €. 11,00