La lettrice, Annie Francois

Devo sempre leggere prima di addormentarmi. Anche alle quattro del mattino ho bisogno della mia dose. Dato che il mio occhio sinistro si stanca prima del destro, leggo con un occhio solo, sino allo sfinimento. Incapace di fermarmi alla fine del capitolo, del paragrafo o della riga, mi blocco a mezza frase, stecchita.

La recensione di La lettrice di Annie Francois

Vizi, pregi, idiosincrasie della lettrice accanita. In questa divertente e semiseria narrazione l’autrice racconta le sue manie di lettrice: dove è meglio leggere, cosa leggere, perché scegliere un libro invece di un altro. Il terribile momento in cui un amico ti chiede – me lo presti?- e quell’aria fiera che ti fa dire – è ora di disfarsi dei libri che non leggo più- salvo poi imbattersi in una bancarella e ritornare a casa con più roba di quando si è usciti.

La mia opinione su La lettrice di Annie Francois

Insomma chiunque legge indefessamente si riconoscerà in questo libro e sorriderà di alcune situazioni. Perché noi lettrici che senza vergogna e nessuna pausa accumuliamo libri su libri, in ogni angolo della casa e in ogni luogo, io stessa ho trasformato il divano in una libreria, sappiamo bene che staccarsi da uno di quegli attira polvere è impossibile e che non c’è niente di più confortante dell’affondare il naso fra le pagine: perché l’odore più della copertina attrae e convince all’acquisto, in fondo è impossibile leggere qualcosa che non profumi per il nostro naso.

Un libro divertente che con ironia rivela il mondo nascosto dei lettori patologici e, bisogna dirlo, non è che i lettori estremi siano sempre simpatici e affabili  però fanno anche tanta tenerezza soprattutto quando rischiano di rimanere schiacciati dai crolli improvvisi di librerie allo stremo delle forze.
Buona lettura.
La lettrice
Annie François
Guanda, 2000, p. 176, €. 9,30

SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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