I film di Zebuk: La città incantata

Ogni volta che ci accade qualcosa, quel ricordo ci apparterrà per sempre, anche se non lo ricordiamo più. Basta solo un po’ di tempo per far tornare la memoria.

Vincitore dell’Orso d’oro a Berlino nel 2002 e dell’Oscar come miglior film d’animazione nel 2003 La città incantata può essere definito non solo il capolavoro dello studio Ghibli e del grande Miyazaki ma anche uno dei lungometraggi animati più belli mai realizzati.

La recensione del film La città incantata

Chihiro ha dieci anni ed è in macchina con i suoi genitori, si stanno trasferendo in una nuova città.
Il padre all’improvviso prende una stradina nel bosco credendo che sia una scorciatoia e si ritrovano invece di fronte all’entrata di quello che sembra un parco giochi dismesso.
All’interno, in mezzo a un grande prato verde, ci sono degli edifici abbandonati; continuando a camminare ecco tanti piccoli ristoranti. Nell’aria l’invitante profumo del cibo si spande e i genitori affamati si fermano a mangiare.
Chihiro invece non assaggia nulla ma cammina sbirciando di qua e di là.

Quando è ormai il tramonto la piccola torna a chiamare i genitori ma scopre con orrore che sono stati trasformati in maiali.
Spaventata vede che quelle che sembravano stradine disabitate cominciano ad animarsi di luci di lanterne, ombre e spiriti che arrivano da ogni parte per mangiare.

Soccorsa da un giovane di nome Haku, Chihiro scoprirà che i suoi genitori sono ormai prigionieri di quel mondo incantato e che per salvarli dovrà iniziare a lavorare nelle terme, dove gli spiriti vanno a rilassarsi, e sottoscrivere un contratto con la terribile strega Yubaba.
La bambina riuscirà a convincere la strega a farla restare ma in cambio Yubaba vorrà il suo nome: da quel momento in poi lei non sarà più Chihiro ma Sen e potrà tornare nel mondo degli umani solo se non dimenticherà mai il suo vero nome.

La mia opinione sul film La città incantata

In Italia è arrivato nei cinema nel 2003 e nel 2010 all’interno del festival del film di Roma è stata presentata una nuova versione sottotitolata più vicina all’originale con il titolo di La sparizione di Chihiro e Sen.
Miyazaki è il papà di Heidi, Anna dai capelli rossi, Lupin e di Conan, il ragazzo del futuro. La particolarità delle sue produzioni è l’uso moderato della computer grafica che non prende mai il sopravvento e anzi si ha sempre l’impressione di guardare cartoni animati vecchio stampo.
In La città incantata si rimane folgorati dalla cura per i dettagli, dall’ultima foglia sull’albero più alto fino al personaggio principale, tutto è disegnato con lo stesso impegno e lo stesso amore.

È un film d’avventura: Chihiro deve crescere e maturare per aiutare i suoi genitori e allo stesso tempo imparare nuove regole in un mondo sconosciuto.
Un racconto sull’amicizia poiché Chihiro e Haku e l’aiuto e il sostegno che si danno a vicenda.
È anche una storia fatta di grandi silenzi e di profonda calma.
Di lunghe inquadrature dell’immenso prato verde fremente di erba che circonda le terme o del placido mare formatosi dopo  piogge torrenziali.

È un film perfetto, di quelli che ti lasciano a bocca aperta e che una volta finiti è come riemergere da un sogno.
Un capolavoro insomma, difficile da descrivere perché talmente immaginifico che lo spettatore è inebriato dai mille colori e sfumature, dai variegati personaggi, dalle tematiche diverse che vanno dal diventare maturi al rispetto dell’ambiente e del mondo che ci circonda.
Bellissime e perfette le musiche di Joe Hisaishi.

E non me ne vogliano le grandi case di produzione statunitensi che sfornano successi al botteghino ma davanti a tanta bellezza che ti riempie gli occhi e il cuore non c’è animazione digitale o storia divertente e gadget che tengano.

Titolo originale: Sen to Chihiro no Kamikakushi, Genere: Animazione, Regia: Hayao Miyazaki, Cast : Rumi Hiiragi, Mari Natsuki, Miyu Irino, Bunta Sugawara, Koba Hayashi. Durata : 125 min.

SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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