
A Dio non la si fa.
Il primo classico del 2013 di Zebuk attinge direttamente dalla produzione di Cronin. Quinto libro dello scrittore, un po’ retrò nello stile, a tratti melodrammatico, è un’opera ricca di impegno civile che denuncia l’ingiustizia sociale e le contraddizioni dell’Inghilterra degli inizi del ventesimo secolo.
La recensione di La cittadella di A.J.Cronin
Il giovane Andrew Manson, da poco laureato in medicina, accetta il lavoro di assistente presso il dottor Page in una piccola cittadina mineraria del Galles.
Arrivato pieno di buoni propositi si scontra con la vita dura dei minatori e con le terribili condizioni di lavoro di quella categoria.
Riesce però a conquistare la loro fiducia con grande spirito di sacrificio e abnegazione. Sposatosi con Cristina, in breve tempo, di lavoro in lavoro, arriva a Londra. Qui, grazie alle giuste amicizie, diventa un medico rinomato anche se il prezzo da pagare sarà caro.
Libro intenso tratteggia con grande maestria e ricchezza di dettagli i problemi del servizio medico nell’Inghilterra degli inizi del ventesimo secolo.
Il protagonista Manson rappresenta il medico per vocazione, colui che si dedica alla medicina e ai suoi pazienti senza risparmiarsi e senza cercare di trarre profitto personale.
Verrà in contatto con tutta una schiera di medici disamorati, incompetenti, tesi solo ad arricchirsi facendo pagare i ricchi pazienti per cure inutili.
Chirurghi stimati che nella realtà dei fatti si dimostrano incapaci di operare, ospedali cadenti, vecchi medici legati a ciò che hanno studiato e non disposti ad aprirsi a nuove procedure anche se queste potrebbero salvare la vita dei malati; medici più occupati a farsi la guerra e a rubarsi clienti l’un l’altro che non a studiare e a migliorare nel proprio campo.
Lo stesso Manson, una volta a Londra, sarà preda della brama di arricchirsi.
Egli, nato povero e laureatosi solo grazie ad un fondo istituito dall’Università, cederà davanti alle lusinghe del dio denaro e solo un tragico avvenimento lo farà tornare ad amare il suo lavoro per quello che è e non per quello che fa guadagnare.
La mia opinione su La cittadella di A.J.Cronin
Scritto nel 1937 La cittadella è diventato un classico.
Il libro fece un enorme scalpore alla sua uscita tanto che contribuì alla formazione del National Health Service cioè il Servizio Sanitario Nazionale in Gran Bretagna.
Lo stesso Cronin era un medico prima di essere uno scrittore e nel libro riversa la sua esperienza.
Una storia ricchissima di avvenimenti, di dettagli, di sentimenti.
È un romanzo che commuove: la forza di volontà di Manson, la sua gioia nel poter aiutare gli altri, l’amore di Cristina.
Sconvolgente nelle descrizioni delle cure del tempo, dell’inefficienza di certi medicastri ricchi solo della loro fama e senza alcuna reale capacità tratteggia l’ottusità di una nazione, l’Inghilterra, che si reputava eccellente nel campo medico e guardava con sospetto chi tentava nuove strade.
Il personaggio di Andrew Manson è uno di quelli che rimangono a lungo nella mente del lettore perché non è perfetto, perché nel corso della sua vita sbaglia ma non tacita mai la sua coscienza.
Un personaggio ricco di pietas, di empatia, a tratti rude e troppo orgoglioso, umano e quindi vicino a quell’umanità che si dedica a curare.
Credo che questo sia un libro che merita davvero di essere letto.
È una storia che fa riflettere, scritta bene, trascinante, vera.
I libri che valgono sono quelli che scuotono il lettore, che fanno pensare, criticare, piangere e fare il tifo.
Qua si fa un tifo da matti per Andrew, per Cristina, per Mary, si sta col fiato sospeso quando Manson opera nella miniera crollata, ci si arrabbia quando, per vanagloria e abbagliato dai facili guadagni, diventa come i medici mediocri. Calvino dice che
Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire
e questa frase calza a pennello a La cittadella.
Perché la serietà, la capacità, il dialogare con la propria coscienza senza mezze misure sono un metro che si può applicare a qualunque vita ben spesa; vivere in modo equo, senza imbrogli e senza danni verso il prossimo dovrebbe essere ciò a cui ogni uomo tende.
La serie tv La cittadella
Il successo del libro fu tale che il regista King Vidor nel 1938 realizzò una versione cinematografica.
Numerose furono anche le riduzioni per la televisione tra le quali ricordiamo quella italiana del 1964 con Alberto Lupo nel ruolo del dottor Manson e quella del 2003 con Massimo Ghini come protagonista.
Soprattutto la versione del 1964 è indelebile nella mente dei telespettatori italiani di quella generazione.
Si racconta che fermassero Alberto Lupo per strada chiedendogli consigli medici e che il centralino della RAI fosse preso d’assalto dagli utenti che desideravano parlare col Dottor Andrew Manson; questo dà modo di capire l’importanza e la risonanza che ebbe questo sceneggiato, fedelissimo al libro, nella mente degli italiani.
Il trailer dello sceneggiato RAI La cittadella