
“Ciao figlio mio, come stai? Mi manchi molto. La mamma vuole raccontarti una storia. Il mare qui è molto bello. Non so perché. Ma sembra più piccolo del nostro. Forse perché ha due nomi: uno è mare, l’altro è laguna. Chiamarlo mare o laguna dipende dalla distanza. In italiano la laguna è femmina. Calma e misteriosa. Invece il mare è maschile. Non riposa mai, sempre in balia del vento e delle onde. A me il vento piace. Perché mi porta da te, figlio mio!”
Shun Li è un’immigrata cinese.
Lavora tutto il giorno confezionando camicie per ripagare il suo debito agli uomini che l’hanno fatta arrivare in Italia e per pagare il viaggio al figlio rimasto in Cina col nonno.
Un giorno Li viene trasferita a Chioggia e inizia a lavorare in un bar.
Col passare dei giorni impara a capire la lingua degli avventori, un misto di italiano e dialetto, impara i gusti dei clienti più affezionati e inizia una amicizia con Bepi, pescatore slavo ormai da trent’anni a Chioggia.
Un’amicizia fatta di ricordi delle rispettive case lontane.
Un dialogo di silenzi e ricordi.
Bepi, il poeta che parla in rima e sa cosa significa vivere lontani dalla propria terra.
Bepi, il pescatore che ha un vecchio casotto arrugginito in mezzo alla laguna.
Shun Li e Bepi diventeranno oggetto ben presto delle chiacchiere di tutti: i chioggiotti amici del pescatore e i cinesi per cui la donna lavora.
Io sono Li è un film del 2011 presentato alla 68 Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. L’attrice Zhao Tao che interpreta Shun Li ha vinto il David di Donatello come miglior attrice.
Rarefatto, quasi immobile, scandito dai versi di Qu Yuan, il più grande poeta cinese. Proprio con la tradizionale Festa delle barche drago si apre il film, festa che si celebra, mettendo in acqua delle lanterne rosse, per ricordare la morte del poeta e il tentativo dei suoi concittadini di salvarlo.
Del quadrato si può fare un cerchio?
Strade lontane si possono incrociare?
Vivo è il rimpianto per la via smarrita
nell’incerto cammino del ritorno.
A ritroso il mio carro si volge.
Confusa tra gli errori era la strada.
Il film narra con estrema delicatezza la difficile vita della giovane Li e la sua enorme solitudine in una terra straniera dove l’unico conforto è scrivere le lettere al figlio lontano raccontandogli com’è questa terra così diversa dalla Cina ma allo stesso tempo simile.
Una storia d’amicizia ma anche di mancata integrazione.
Perché per Li integrarsi nella comunità è impossibile e proprio quando il suo rapporto con Bepi si fa più profondo è costretta ad interromperlo.
Perché le donne cinesi, si sa, sposano uomini più anziani per farsi lasciare in eredità tutti i loro beni.
Questo almeno è quello che pensano gli amici di Bepi.
I cinesi per cui lavora Li non vogliono, d’altro canto, problemi con gli italiani e se il comportamento della donna crea dissapori va ridimensionato immediatamente usando anche con le minacce.
Io ho trovato questo film bellissimo, di una tenerezza difficile da descrivere a parole.
Una storia che fluttua come le acque della laguna e che porta lo spettatore a porsi delle domande.
Quante volte ci si chiede davvero da dove arrivino gli extracomunitari e quanto costi loro separarsi dalla famiglia e dalla loro terra?
Soprattutto quanti pregiudizi ci portiamo dietro, così come gli amici di Bepi nel film, sulle intenzioni degli stranieri?
Il film attraverso gli occhi di Li ci dà una visuale intima e personale, di forte impatto emotivo.
Una bellissima storia. Buona visione.
Titolo originale : Io sono Li, Genere : Drammatico, Regia : Andrea Segre, Cast : Zhao Tao, Rade Sherbedgia, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston, Durata : 100 min.
Se vi è piaciuta la nostra recensione e volete acquistare il dvd del film usate questo link e noi ne saremo felici.