L’isola dei libri perduti, Annalisa Strada

Non sarei chi sono senza quello che ho imparato disobbedendo a chi m’impediva di vivere le mille vite che ho fatto mie attraverso i libri.

Thia è un’isola, ma forse no. Di certo è la prigione senza sbarre dove vivono Amalia e Nazario, due ragazzi che sanno puntare lo sguardo oltre la recinzione d’acqua e di pregiudizio che iniziano a sentire stretta. La loro smania d’andarsene  li avvicina a Flora e Corrado, l’una piena di rabbia sopita e l’altro reso inetto dalla ristrettezza delle proprie vedute. Si avvicinano guardinghi gli uni agli altri, superando la barriera della diffidenza fino a mettere le basi di una relazione che è quanto più vicino a un’amicizia possa nascere in quel luogo. Insieme iniziano a imbastire l’avventura della vita, quella per cui ci si sente disposti anche a morire. Due tentativi di fuga, la rivelazione di un luogo segreto e poi la grande rincorsa verso la libertà. Un traguardo che è lontanissimo guardato a occhi nudi, ma che si fa a portata di mano grazie al filtro delle parole di chi è vissuto prima di noi e ne ha lasciato traccia in una pagina.
Età di lettura: dai 12 anni.
[fonte: Amazon.it]

Poco tempo fa abbiamo parlato di Annalisa Strada e del suo La sottile linea rosa, che ha vinto il Premio Andersen come Miglior libro oltre i 15 anni con la seguente motivazione:

Per una storia che, con competenza e profonda sensibilità e delicatezza, affronta il tema delle scelte e degli affetti, soffermandosi coraggiosamente sulle dinamiche emotive intorno a una maternità inattesa. Per la capacità di riportare sulla pagina un linguaggio adolescente, senza forzature.

isola

L’isola dei libri perduti è tutta un’altra storia. O forse no.

L’isola dei libri perduti è la storia di quello che succede spesso nella vita di tutti i giorni, di quello che osserviamo – consci oppure no – intorno a noi: la storia di un mondo dove la voglia di sapere e di conoscere troppo spesso è frustrata, dove a leggere un libro per il piacere di farlo sono in pochi, dove le persone “fanno più comodo se sono ignoranti, perché possono essere facilmente manovrate”. E purtroppo questo mondo, a volte, coincide un po’ troppo con quello reale, vero?

Meno male che esistono spazi di respiro, biblioteche funzionanti, persone (e anche amministrazioni, spesso) abbastanza illuminate, che hanno le idee chiare e nonostante tutto lavorano sulla cultura e sulla conoscenza.

I libri sono una forza, ma per mettere in movimento i lettori ce ne vuole un’altra, e tu sembri proprio la persona giusta.

Ho letto questo romanzo come premio – più che meritato – nei miei primi giorni di vacanza estivi. Un tuffo ad occhi aperti. La sensazione di sentire la stessa brezza, di provare le emozioni dei ragazzi, di soffrire e lottare con loro. E dopo aver letto le ultime parole dell’ultima pagina ho sentito il bisogno urgente di ringraziare Annalisa per quel sogno che mi aveva regalato.
Questa è la magnifica impressione che sanno darti Amalia, Nazario, Flora, Corrado e Sante, insieme al personaggio della forte custode Agape, protettrice dei libri rimasti e pazientemente raccolti di nascosto, nell’isola.
Il bello di questo sogno è, però, il fatto di essere uno di quei sogni che possono avverarsi, se tutti, insieme, facciamo crescere la voglia di leggere, la curiosità di conoscere, la volontà di sapere.

L’isola dei libri perduti è quanto sia difficile diventare amici veri, quanto sia complicato essere genitori e quanti modi di esserlo esistano. Alcuni giusti, altri meno.
L’isola dei libri perduti è quanto sia fondamentale – sempre – credere fermamente nei propri sogni per farli avverare.
L’isola dei libri perduti è un’ode a chi sa quanto sia importante la cultura, a chi cerca di mantenerla viva, a chi conserva e promuove i libri e la voglia di viaggiare tra le loro pagine. Grazie anche da parte nostra, grazie da chi, in questa Conoscenza, ci crede fermamente!

[ph. credits: morguefile.com]

L’isola dei libri perduti
Annalisa Strada
Einaudi Ragazzi (collana Carta bianca), 2014, pag. 181, € 9,35

Per acquistare:

 

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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