Born to run, Bruce Springsteen

DNA, talento naturale, serietà e dedizione, una sensibilità estetica quasi maniacale, un bruciante desiderio di… successo? Amore? Ammirazione? Attenzione? Donne? Sesso? Poi… oh, ma certo… qualche dollaro in tasca. E per finire… se vuoi sopravvivere fino al termine della serata, un fuoco che ti divampa dentro… senza… spegnersi… mai.

Ci sono libri e storie di vite che si possono leggere e conoscere e approfondire attraverso le biografie. Non per tutti è così semplice, però: spesso per capire c’è bisogno di conoscere già il soggetto di cui si legge, di avere un’idea, almeno un’infarinatura di quella che è stata la sua vita, di quello che ha rappresentato.

Bruce Springsteen lo conoscono tutti.
È The Boss, più che famoso come cantante, più che noto come simbolo di un rock che racconta il quotidiano, che osserva la realtà del mondo in cui vive e si muove.
Storyteller, vecchio cantastorie, come Bob Dylan e altri folk-singer americani, Bruce Springsteen è un concentrato di cultura americana tradotto in musica (parlando di cultura: mi ha incuriosito questa intervista in cui Bruce racconta i volumi di cui è composta la sua biblioteca, potrebbe essere una nuova lista di libri da leggere, in pieno stile ReadingList, perché no?). La sua storia, quella che racconta nella sua autobiografia, questa Born to run che riassume in pieno il suo modo di vivere, è la storia di uno che ce l’ha fatta, di uno che ha voluto quel preciso traguardo con così tanta forza d’animo e pazienza e costanza e incoscienza anche, che alla fine l’ha raggiunto.

Negli ultimi sette anni ho deciso di dare vita alla mia autobiografia perché penso che la mia sia un’età nella quale si comincia a dimenticare e credo che della mia vita non vada dimenticato nulla

Born to run, a differenza di quanto dice il titolo, è un racconto lento da leggere senza fretta. A volte è anche un po’ troppo lento ma anche la vita lo è, a volte, vero?
È un racconto lungo, da accompagnare alla musica che Bruce ci suggerisce mentre scrive (in effetti la lettura si apprezza molto di più ascoltando i pezzi).
Però è un racconto che svela piccole cose quotidiane, pensieri e sentimenti, sensazioni e verità, e questo è uno dei suoi pregi: il raccontare una vita non solo per quello che è stato il suo meglio ma anche per i tanti momenti di fermo, di stasi. Forse proprio perché è in quei momenti che si mette alla prova la volontà e la caparbietà.

Com’è la vita di un rocker? Come se la immagina il suo pubblico? E cosa, invece, davvero affronta ogni volta che sale sul palco?

Ecco alcuni strumenti che ti torneranno utili se dovessi trovarti di fronte a ottanta(mila) fan devoti che urlano in attesa di assistere alla tua magia, di vederti estrarre dal cilindro, dal nulla o da chissà dove qualcosa che, prima di oggi, non era che semplice rumore travestito da musica. E dunque eccomi qui, a dare corpo a un ‘noi’ sempre così sfuggente e mai credibile fino in fondo. È questa la mia magia e, come tutte le migliori magie, inizia con un trucco. Abracadabra…

Nelle 536 pagine di questo libro non c’è solo questo: c’è un’intera vita, difficile da raccontare in toto perché come qualsiasi altra vita non è fatta solo di eventi ma anche e soprattutto di sentimenti, passioni, emozioni, di intrecci e di incastri. E Bruce, in questo suo ripercorrersi, ha saputo costruire un bel mix di tutto quanto, che – sebbene non sia ancora e davvero tutto – ne è una bella e corposa parte.

Una storia da leggere, insomma, da approfondire, da riascoltare scavando dentro i propri ricordi per vedere se anche noi, nella nostra vita, ci siamo mai sentiti come lui, ragazzaccio figlio di immigrati e “a rischio emarginazione”. Per scoprire se anche per noi c’è stato un Big Bang che ci ha fatto vedere e quasi toccare con mano il nostro destino, se è mai (ancora) scattata quella molla che ci ha fatto correre dritti verso la meta: Nati per correre, questo è il segreto!

Born to run
Bruce Springsteen
Mondadori (collana Ingrandimenti), 2016, pag. 536, € 19,55
ISBN: 978-8804669326

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Photo : VignaClaraBlog.it

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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