
La rivoluzione è un giorno qualsiasi in cui si esce a fermare il golpe che vuole soffocarla, ma Senza rinunciare a una tregua che fa festa. Portare il mono azul come un abitino estivo, infilare una cravatta sotto la salopette, per il desiderio di mostrarsi belli agli occhi Dell’altro. Lì non serve il mastodontico fucile passato per le mani Di Chissà quanta infelice soldataglia, prima che lo ricevesse il miliziano anarchico che ora non può sfiorare il collo luminoso della sua donna.
Avevo adocchiato questo libro già qualche tempo fa: l’ho letto tutto d’un fiato, conoscendo solo in parte il suo celebre “fidanzato”, Robert Capa, e per niente la storia di Gerda, la ragazza piena di entusiasmo e intraprendenza che dava filo da torcere a tutti…
La recensione di La ragazza con la Leica, Helena Janeczek
A raccontare la sua storia, a ripercorrerla nel tempo, è il dottor Willy Chardack, ebreo tedesco amico di Gerda, uno dei ragazzi che le girava intorno. Insieme a lui l’autrice chiama a ricordare Ruth Cerf, modella e compagna del liceo con cui Gerda ha condiviso molta della sua breve vita, e Georg Kuritzkes, amico e amante.
Ma Gerda non dispensava i suoi favori solo in base alle apparenze, e non era mai stata semplicemente una ragazza per cui cavarsi gli occhi da un finestrino. Lei era una cosa fin troppo seria per chi l’amava.
Una storia bella, vera, con minimi fronzoli un po’ civettuoli, che una ragazza come Gerda avrebbe apprezzato. La storia di una donna che, in un’epoca che ancora non ammetteva elementi femminili in alcuni settori, riuscì a conquistare un posto di rilievo grazie all’entusiasmo, alla costanza, alla curiosità che facevano parte del suo carattere.
Gli aneddoti del passato si alternano al ricordo del giorno della morte di Gerda, il giorno del suo 27° compleanno su una strada polverosa di una sconosciuta città spagnola, a quello del suo funerale, ai sorrisi e ai momenti felici passati insieme. È ascoltare i ricordi di un amico, che attraversa la città americana in cui abita ora, scampato al nazismo, alle guerre, alla morte,
[…] con una bottiglia in una mano e un vassoio di cannoli nell’altra (pensando) qualcosa di esilarante sino all’assurdo, sino a provare una distaccata meraviglia nei confronti di ciò che è rimasto per sempre dall’altra parte dell’oceano.
Quello di Gerda è un ricordo vivo e pulsante, come la sua energia, piena di gioia di vivere, di voglia di libertà, di contraddizioni e di tenacia.
Era la gioia di vivere. Qualcosa che esisteva, si rinnovava, accadeva ovunque, prima a Lipsia e poi a Berlino: nella Pension non lontana dal suo studentato, nella camera affittata dietro l’Alexanderplatz presso la vedova di guerra Hedwig Fischer e, infine, sulla branda di Max e Pauline, detta Pauli, in pieno Wedding.
Da leggere e rileggere, per ripassare alcuni tratti di storia comune e per conoscere un personaggio che vi conquisterà di sicuro.
La ragazza con la Leica
Helena Janeczek
Guanda, 2017, p. 333, €. 18,00
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